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Archive for the ‘Musei e video’ Category

“Think big. We’re looking for complex questions that will generate new ideas, new visions and new conversations.”

Questo il concetto chiave che sta dietro l’iniziativa Ask SmithSonian. Tramite un form online gli utenti possono inviare domande complesse “sfidando” i ricercatori dell’istituzione.
Ogni mese viene scelta la domanda ritenuta più interessante e una lunga e completa risposta sarà pubblicata sul Magazine del museo. Certo, niente di particolarmente innovativo, ma sono sempre e comunque importanti segnali di una istituzione con le orecchie tese e gli occhi aperti.

C’è anche un video.

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Dedico il secondo post di oggi ancora al Museum Of London perchè non mi ero ancora imbattuto in un museo con il proprio profilo su Scribd, piattaforma che consente di condividere documenti online.
Museum Of London ha dunque un profilo su questa piattaforma, personalizzato con la propria immagine coordinata (www.scribd.com/MuseumofLondon), dove sono stati caricati 79 documenti: volantini, locandine, brochure informative, paper sull’uso delle applicazioni mobile, ecc.

I contenuti sono stati visualizzati  oltre 163.000 volte e l’account conta 89.000 followers.
Ovviamente Scribd è perfettamente integrato con tutti i principali Social Media e consente anche un’ottima fruibilità via mobile.

Passando un attimo dalla gestione del contenuti testuali a quelli video, vediamo come il museo ha presentato la mostra Pirates: The Captain Kidd Story. Un vero e proprio exhibition trailer sui pirati! (che si stia cavalcando un po’ troppo il successo della saga con Johnny Depp?).
Ad ogni modo questo è solo uno degli ultimi esempi di exhibition trailer e dato il successo del contenuto “video” in rete (di gran lunga la tipologia di contenuto più apprezzata e condivisa dagli utenti) ne vedremo sempre di più.

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Con un po’ di tempo a disposizione, e una domenica non propriamente spettacolare, ho girovagato un po’ in rete scovando un blog su musei e nuovi media decisamente interessante e che non conoscevo: Museum geek.
Qui ho trovato una segnalazione relativa la progetto “The ShipSong” realizzato dalla Sydney Opera House.

Sostanzialmente si tratta di un video che mostra i punti di forza dell’istituzione e delle arti che questa vuole promuovere reinterpretando un classico di Nick Cave: il video è decisamente ben fatto e ricco di passione.

Decisamente bello anche il minisito realizzato su Youtube, youtube.com/theshipsongproject, nel quale troviamo link agli altri presidi social ma soprattutto un utilizzo di video full screen, grandi immagini e una “pulizia” di realizzazione che rendono il tutto molto emozionante.

Una cura di realizzazione che trovate anche sul sito istituzionale: personalmente trovo utile e ben fatta la navigazione delle tre sezioni in evidenza: Happening Now, What’s On e Connect.

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Ho affrontato il panorama dei Virtual Tour in altri post: non li trovo particolarmente interessanti, tuttavia certi progetti lasciano a bocca aperta per pulizia di presentazione e impatto.
Uno di questi è senz’altro l’offerta relativa alle visite virtuali del Museo Thyssen-Bornemisza.

In alcuni casi c’è l’audio in 5 lingue, una “pianta” multimediale molto semplice, e una splendida definizione delle immagini (il tutto evitando un estenuante tempo di caricamento).
Il museo tra l’altro ha recentemente vinto il premio “Mejor museo en red“.

Vi segnalo anche una nuova pubblicazione spagnola relativa ai trend nell’utilizzo dei nuovi media nei musei per quest’anno: “Tendencias Tecnológicas en museos y centros culturales para año 2011“.

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Museo Diffuso Torino

Museo Diffuso Torino

Uno dei ruoli del museo è  quello di conservare testimonianze della storia della società: il museo non contiene solo oggetti ma si occupa del patrimonio culturale a 360°, e la memoria è parte integrante di questo patrimonio.

Proprio come il ruolo del museo non si esaurisce nella conservazione degli oggetti, anche la memoria non va solamente conservata: oggi ci sono strumenti che consentono di “vivere” la memoria partecipando alla sua conservazione e promozione.

Come il resto del patrimonio culturale di cui fa parte, la memoria va promossa in modo adeguato.

Grazie alla Rete tutte queste operazioni – conservazione, promozione, partecipazione – hanno acquisito, e tuttora stanno acquisendo, nuove forme: basti pensare alla digitalizzazione delle collezioni e alla condivisione di queste con un pubblico mondiale oppure il successo di archivi multimediali online.

Questa “mediamorfosi” ha aperto nuove modalità di fruizione dei contenuti (Paini):

  • Tutto il nostro patrimonio culturale sta acquisendo nuove forme e nuove modalità di fruizione
  • Siamo passati dall’era della riproduzione tecnica (Walter Benjamin) all’era della riproducibilità digitale
  • Questo passaggio ci offre la possibilità di “vivere ciò che viene digitalmente riprodotto”
  • non tanto e non solo in riferimento agli artifici digitali, che ci possono consentire un’immersione virtuale nella “memoria”

Un esempio in questo senso è “Il Museo Audiovisivo della Resistenza di Massa Carrara e La Spezia”. Il museo, nato nel 2000 e situato a Prade di Fosdinovo (MS), utilizza tecnologie multimediali per coinvolgere il pubblico e spiegare le lotte partigiane.

Museo Audiovisivo della Resistenza

Museo Audiovisivo della Resistenza

Paolo Pezzino, professore ordinario presso la Facoltà di Storia dell’Università degli Studi di Pisa, spiega chiaramente modalità e obiettivi del progetto:

Il museo di Fosdinovo non è solo un luogo di conservazione della memoria storica dei protagonisti di quell’epoca, dato che l’interattività consente al visitatore di incontrare e organizzarsi un suo proprio percorso, invitandolo ad interagire con racconti, fotografie, filmati; non è stato organizzato secondo canoni museali tradizionali e rappresenta la fusione di un’antica tradizione orale con le più moderne tecnologie audiovisive

E’ evidente l’intenzione di andare oltre il semplice ricordo della nostra storia, adottando nuovi codici per comunicare la storia: libri virtuali che il visitatore può sfogliare, animazioni video e audio che propongono interviste e approfondimenti ai protagonisti, la compresenza di immagini, volti e voci narranti.

 

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artbabble

Oggi invece della solita pausa caffè (o sigaretta) dedicate magari 10 minuti alla piacevole scoperta di ArtBabble.

Il sito presenta innumerevoli video artistici ed è davvero molto curato. Il progetto si presenta così:

ArtBabble was conceived, initiated, designed, built, sculpted, programmed, shot, edited, painted and launched by a cross-departmental collection of individuals at the Indianapolis Museum of Art (IMA). It is intended to showcase video art content in high quality format from a variety of sources and perspectives.

I video, di ottima qualità, sono presentati in piena ottica 2.0, favorendo un’immediata condivisione: inoltre mentre il video scorre c’è sempre a fianco una sorta di sommario interattivo, che offre screenshot di approfondimento.

artbabble_2

I contributors del progetto sono molti e di prestigio (dal MoMA allo Smithsonian), e potete trovare lista e presentazione qui.

Fatemi sapere i video che trovate più interessanti.

Buona visione!

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SMM > Titanic: The Artifact Exhibition

SMM > Titanic: The Artifact Exhibition

Il Science Museum of Minnesota è uno dei musei più attivi online: un vero e proprio esempio di utilizzo dei nuovi media in ambito culturale. Ci vorrebbe un blog quasi solo per analizzare le sue attività online, e infatti ci tornerò con diversi interventi.

Intanto vi segnalo il breve trailer con cui lo staff del museo ha lanciato la  mostra Titanic: The Artifact Exhibition.

Il video, ovviamente old style e ben curato, non è l’unico: c’è pure un making of dei “manovali” del museo intenti alla realizzazione concreta della mostra.

Tornerò presto a parlare di questo fantastico museo e di come rappresenta un esempio anche per la didattica online.

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Una delle uniche ricerche sul rapporto tra YouTube e musei, svoltasi nel gennaio 2008, analizza le esperienze di cinque musei.

Tabella_youtube

Guardando la tabella si vede come l’Exploratorium non presenta interviste video agli artisti, mentre il San Jose Museum of Art ne ha realizzate ben 28: è una dimostrazione di come la strategia di pubblicazione di videoclip segua la mission dell’istituzione.

Così risulta ovvio che un museo d’arte ospiterà più interviste agli artisti rispetto ad un museo scientifico, che invece privilegerà una tipologia più dimostrativa (infatti l’Exploratorium presenta ben 25 videoclip nella categoria “demonstration”).

Un altro chiaro esempio è quello dell’ Indianapolis Museum of Art (IMA) che vuole cambiare l’immagine del museo:

At the IMA, one of the main goals for the YouTube initiative was to change the reputation of the institution and reach out to the community, so several of their videos are employee profiles which help expose audiences to the diverse human side of the institution.

L’IMA ha quindi prodotto diversi videoclip riguardanti lo staff museale (26) con l’obiettivo di dare un’immagine più umana del museo: ha inoltre diffuso anche una grande quantità di clip con materiale promozionale riguardante esibizioni, eventi, programmi (38).

Infine, una curiosità.

Tra i vantaggi dell’utilizzo di YouTube, c’è quello di raggiungere un nuovo pubblico: non sono in molti a cercare direttamente un museo su YouTube, tuttavia il pubblico viene a contatto con l’attività del museo cercando “altro” materiale.

E’ quanto accaduto all’ Indianapolis Museum of Art:

For the IMA, one of their most successful series featured calligraphy artist Hirokazu Kosaka. Based on the comments (incidentally, their most commented-upon videos), the people watching this were not searching for “museum” content; they were searching for “calligraphy” content

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Holocaust Museum > Slideshow

Holocaust Museum > Slideshow

Ci sono musei che hanno lo scopo di non farci dimenticare le barbarie della storia, diffondendo conoscenza e vigilando su quanto avviene tutt’ora in alcune parti del mondo: e l’utilizzo del Web è un aiuto prezioso.

Ci tengo a segnalarvi un’installazione/inziativa dell’ U.S. Holocaust Memorial Museum (USHMM): From Memory to Action: Meeting the Challenge of Genocide.

Il minisito allestito per spiegare cos’è un genocidio è fatto in maniera impeccabile: una slideshow ad alta definizione scorre con immagini della Bosnia, del Congo, del Darfur, e anche le presentazioni dei video sono eccellenti. Guardate ad esempio come si presenta il video dell’attivista  Alison Des Forges: video definito, contenuti chiari con testo ingrandito, e sopratutto belle foto scorrevoli contemporaneamente alla fruizione del filmato.  

Holocaust M. > Video

Holocaust M. > Video

 Un lavoro ben fatto che conferisce nuova linfa a temi così importanti: un’eccezionale strumento didattico disponibile per scuole, media, o singoli interessati.

Quanti di voi sanno definire cos’è un genocidio? Guardate l’estrema chiarezza ed immediatezza di questa slideshow: 11 pagine, veloci da leggere, che informano su definizioni ed evoluzione sul termine.

Per finire, un progetto interattivo dal nome “Take Action”: in cui viene chiesto agli utenti (sia via web, sia on stage all’interno del museo) di contribuire in vari modi. Fatevi un giro all’interno del “Pledge Wall”: possiamo vedere una sorta di I-PostIt con testimonianaze provenienti dagli utenti di tutto il mondo.  

La visualizzazione animata è splendida e vi consiglio di lasciare il vostro commento: dopo una breve registrazione gratuita potrete inserire il vostro post-it scrivendo un vostro messaggio, che sarà visibile sia via Web sia all’interno del museo tramite il led-wall.
Holocaust M. > Pledge Wall

Holocaust M. > Pledge Wall

 Insomma, una splendida inziativa che merita una visita, con contenuti fondamentali diffusi in maniera coinvolgente.

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Smithsonian e l'attività Web 2.0

Smithsonian e l'attività Web 2.0

Nato nel 1846 negli Stati Uniti, Smithsonian Institution è un istituto di ricerca tra i più grandi al mondo: 19 musei, 9 centri di ricerca e uno zoo. All’interno di questi edifici può vantare milioni di manufatti storici e pezzi d’arte a cui si aggiungono 1,5 milioni di libri.

L’importanza del contatto con l’utenza ha spinto lo Smithsonian ha investire negli strumenti e nelle piattaforme web 2.0.

Un esempio è questo video, creato da due utenti (e fan del museo), che chiedono le idee relativamente all’utilizzo delle nuove tecnologie in ambito museale: Voice your vision!

Il museo chiede al pubblico di inviare la propria video-idea su come il Web 2.0 può migliorare la diffusione della cultura. Per seguire gli aggiornamenti sul tema vi consiglio di visitare il blog e il canale youtube.

C’è già qualcuno che si lancia con applicazioni “naturalistiche” dell’I-Phone.

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