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Le foto dello staff dell’ufficio comunicazione durante la preparazione di una mostra, oppure gli scatti ‘rubati’ dai backstage, e tanto altro.
Protagonisti in questo senso sono il MAXXI e il Seattle Art Museum. Il primo lanciando il proprio profilo Instagram, il secondo utilizzando il blog del museo per fare teasing in vista dell’apertura della mostra “Gauguin & Polynesia“.

Il museo romano, questa settimana, ha condiviso sulla propria pagina Facebook un post che invitava gli utenti a seguire i dietro le quinte del museo proprio attraverso questa applicazione fotografica che è diventata a tutti gli effetti un social network utilizzatissimo.

Il museo americano ha invece utilizzato il blog per lanciare la nuova mostra, con un post realizzato da Calandra Childers (Communications Manager) nel quale si vedono le immagini dello staff comunicazione al lavoro.

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Perso tra navigazioni varie con l’obiettivo di testare il mio nuovo iPad2, sono venuto a conoscenza di un bellissimo blog che prometto aggiungerò immediatamente al blogroll. Si tratta di “Storie dell’arte – Un blog di storici dell’arte“.
Riporto qui anche uno stralcio della bella presentazione del sito:

Siamo stu­diosi di sto­ria dell’arte, spe­cia­liz­zati nel set­tore mo­derno e ita­liano. Ave­vamo bi­so­gno di uno stru­mento di co­mu­ni­ca­zione più sem­plice, im­me­diato e fles­si­bile di una ri­vi­sta on­line. Sen­tiamo in­fatti molto forte l’urgenza di con­ci­liare stu­dio e co­mu­ni­ca­zione, po­ten­zia­lità de­gli stru­menti di­gi­tali per la ri­cerca, le co­sid­dette di­gi­tal hu­ma­ni­ties, ed es­sere pre­senti in rete con il no­stro punto di vi­sta e la no­stra for­ma­zione. Un’esigenza an­cora più evi­dente da quando si di­scute, spe­cie nel mondo an­glo­sas­sone, di nuove pro­spet­tive della di­vul­ga­zione storico-artistica tra in­ter­net ed edi­to­ria digitale.

Ovviamente l’articolo nel quale mi sono imbattutto, e che fortunatamente mi ha fatto scoprire questo blog, analizza una serie di App per Apple e Android. Il post che vi consiglio per avere un primo elenco delle app legate all’ambito artistico, si intitola App per la storia dell’arte ed è stato realizzato da Sergio Momesso.

Pare ci saranno presto nuovi articoli dedicati alla tecnologia. Tenete d’occhio dunque questo blog di storici dell’arte!

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Scovando in rete un contenuto simile ho pensato a quanto mi sarebbe piaciuto leggerlo qualche anno fa, quando stavo preparando la tesi su Musei e Nuovi Media.
Sono comunque felicissimo di condividere la tesi “A Museum without Walls. Towards a more dynamic Museu Picasso Barcelona through the web 2.0” di Jacqueline Glarner.

La tesi analizza la strategia del Museo Picasso di Barcellona, evidenziando aspetti positivi e negativi dell’attività digitale dell’istituzione. Ecco alcune conclusioni di Jacqueline:

The results of the work may also serve as an example for other museums interested in getting started or enhancing their presence in the world of 2.0. Some key concepts:

  • The museum has to accept the visitor as an equal partner. The willingness to enter into dialogue with and embrace new content suggested by visitors must be honest and real.
  • It is worth planning strategically: in other words, treating 2.0, and even better all communication, as a whole.
  • This also goes for evaluation of the institution’s current position — that is, its specific needs and capabilities (financial and human resources).
  • The museum must be able to generate new content that is interesting to users.
  • It is very important to involve all of the museum staff in 2.0. We are talking here about ‘internal energizing’.
  • Actions must be evaluated on a regular basis and conclusions drawn.

Bello anche vedere l’attenzione che l’istituzione stessa ha mostrato al lavoro di Jacqueline Glarner, con tanto di ringraziamento sul blog ufficiale del museo.

Di seguito un breve assaggio del suo lavoro di tesi.

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Abbiamo parlato molte altre volte del Museo Picasso di Barcellona, una delle istituzioni più premiate per la sua attività digitale (Lo staff ha vinto come Best Social Media Strategy al Museums and the Web 2010).

Trovo davvero molto interessante in termini di comunicazione quanto ha fatto Pepe Serra, direttore del museo.

Lo scorso 21 gennaio il direttore ha scritto un post sul blog del museo comunicando obiettivi e azioni del 2011.
Voi direte, “ok e che c’è di nuovo?“. Bhe  personalmente trovo il post di Pepe Serra davvero interessante per diversi motivi:

  • E’ immediato, diretto, informale
  • C’è un elenco puntato di 17 azioni, ricco di link per approfondire i vari punti
  • Si parla di probelmi al budget ma si coglie un bell’entusiasmo per il lavoro di squadra (se fossi uno del team mi farebbe davvero molto piacere!)

Oltre a questi punti, poi mi sono chiesto: ma ci sono musei italiani nei quali il direttore fa il “punto della situazione” sul blog? Magari chiedendo esplicitamente che ne pensano gli utenti?

Non è un caso che questo museo abbia fatto il pieno di riconoscimenti per l’attività digitale: credo lo staff abbia capito perfettamente infatti che le opportunità del web e dei nuovi media non riguardano solo la diffusione dei contenuti ma anche, e soprattutto, a fare emergere quel saper fare proprio delle persone che in queste istituzioni vi lavorano.

Non sò che ne pensiate voi, ma per me entrare in contatto così diretto e moderno (post, foto, video, presentazioni multimediali, podcast, ecc..) con curatori, direttori e con ogni membro dello staff che prenda parte a diversi progetti è un piacere enorme.

Tra le altre cose il Museo è arrivato secondo contest “mejor museo en red”.

Ecco il video del concorso che presentava i diversi contendenti.

Mentre qui la “nomination” del Museo Picasso.

Chi ha vinto? Bhè, per questo farò un post dedicato prossimamente!

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Dopo un periodo di intenso lavoro e qualche giorno di festa, eccomi di nuovo qui con una novità dal mondo New Media & Musei. Sono molto felice di dedicare il primo post del 2011 ad una realtà italiana: Palazzo Madama di Torino.

Lo staff ha da poco realizzato il nuovo website del museo ripensando l’intera comunicazione digital: sono stati infatti aperti diversi presidi social (mostrati anche in homepage) e il blog del museo. Inoltre, seguendo una prassi ormai diffusa, lo staff ha realizzato dei comodi video tutorial che mostrano le nuove funzionalità del sito web.

Ma andiamo con ordine e vediamo, attraverso le parole di Carlotta Margarone, cosa c’è dietro questa riprogettazione della presenza web del museo.

La costruzione del senso di marcia, della forma e dei contenuti della presenza web di Palazzo Madama ha seguito molteplici linee guida: l’osservazione e l’ascolto, in primo luogo. Osservare i siti web e le strategy di altri musei, più o meno simili a noi per contenuti e mission; fare un collage di spunti interessanti, anche di altre esperienze, quali l’informazione o il marketing aziendale, adattandoli alle esigenze specifiche della nostra istituzione; l’ascolto dei commenti, delle esigenze degli utenti rispetto a un sito web museale al sito web specifico di Palazzo Madama; la sperimentazione in prima persona dei siti internet, dei linguaggi del web, la costruzione di una semantica utile a costruire un linguaggio condiviso con i tecnici informatici; queste le linee guida seguite per costruire http://www.palazzomadamatorino.it.

Ascolto, sperimentazione, osservazione, nuovi linguaggi, sono dunque le keyword guida di questa nuova avventura.

Ovviamente i budget a disposizione delle realtà italiane per operazioni legate ai nuovi media immagino siano ridotte più che mai: in realtà questo è probabilmente vero per l’intero operato delle istituzioni culturali.
Tuttavia, esempi come questo di Palazzo Madama mostrano come idee e voglia di innovare possano spingere a sperimenatre con i nuovi media, nonostante tutto. E, soprattutto, trasmettono entusiasmo.

Il blog gestito dallo staff, ad esempio, getta uno sguardo “dietro le quinte” del lavoro interno al museo: una cosa che personalmente trovo assolutamente interessante. Ecco la presentazione del blog:

Da oggi cercheremo di raccontare la vita del museo con la voce di chi lavora dietro le quinte: gli uffici dei conservatori, lo staff degli educatori e dei comunicatori, i responsabili della segreteria e della gestione…Il racconto della nostra quotidianità, dei musei o delle mostre che ci piacciono, i restauri, la creazione degli eventi, i libri che stiamo leggendo e tanto altro. Di tutto questo vogliamo discutere con voi, conoscere le vostre opinioni, ascoltare i vostri suggerimenti.

All’interno del canale Yotube trovate i primi video “how to” relativi alla navigazione nei nuovi presidi: www.youtube.com/palazzomadamatorino.

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Le interviste che ho realizzato ad alcuni addetti ai lavori in ambito museale evidenziano come ci sia una grande attenzione e una giusta cautela per quanto riguarda l’apertura di uno o più blog museali.
Sono tanti gli esempi che si trovano in rete, e dai quali possiamo catturare elementi preziosi.

Un’iniziativa interessante è quella organizzata in occasione della mostra Gauguin: Maker of Myth, presente fino a gennaio 2011 alla TATE Modern.
Se andate sulla pagina Facebook della TATE, trovere una tab dal titolo “Curator Blog!”, che “promuove” i post della co-curatrice dell’evento, Christine Riding.

facebook.com/tategallery

Il blog della TATE esiste da tempo, approfondendo temi relativi a TATE Modern, TATE Collections e TATE Archive. Ora, con l’inizio della mostra, il blog contiene anche i post della curatrice, che racconta i dietro le quinte, chiede suggerimenti e interagisce in modo davvero molto informale e piacevole con gli utenti.

Qui trovate tutti i suoi interventi, che disegnano una sorta di timeline della mostra, dall’installazione all’apertura fino alla richiesta di feedback agli utenti dopo una settimana dall’apertura.

Inutile dire che il coinvolgimento degli utenti è altissimo (ben 149 commenti ad un singolo post!), e come spesso accade dai commenti degli utenti escono sugerimenti molto interessanti e curiosi.

“I just wanted to add my thanks to you, Christine, for giving us this privileged, access-all-areas look at how a blockbuster exhibition comes together, and sharing your insights into this extraordinary artist.”

“Next time you should rig up a webcam so we can see a gallery coming together over the preparation

“thanks for sharing the installation with us step by step, it makes me feel the excitement of seeing everything come together and create something beautiful”

La mostra è stata inaugurata il 30 settembre 2010, ma i post della curatrice iniziano il 10 agosto con una sua presentazione e continuano (1 post ogni 3 giorni circa) raccontando sia la preparazione dell’evento sia tantissime “stories” su Gauguin.

“Thank you very much Christine for this upcoming exhibition! I am very interested in this blog of yours as it shows me Gauguin from a very different point of view. As I live in Canada, I hope you can feed the blog weekly so we can get to know his work better and be informed about this wonderful exhibition!”

“How nice of you to share these exiting work of planning with us. Very interesting to see how you are working and looking forward to the exhibition.”

Sono veramente molti gli utenti che commentano positivamente  l’idea di un blog che racconti l’organizzazione e che condivida storie e indiscrezioni: il successo, in parte, è dovuto all’immediatezza dei post e alla capacità non così ovvia di Christine di raccontare il tutto con un tono davvero piacevole.

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Anthologize

Vi segnalo uno strumento utile per esportare il vostro blog (se lavorate su WordPress) in un eBook, in modo comodo e con un risultato soddisfacente: Anthologize
Ne ho scritto qui, qualche giorno fa: in sostanza si tratta di un plug-in che, una volta installato, ci consente di organizzare i post del nostro blog in un eBook dai diversi formati: pdf, TEI, ePUB. 

Lo strumento è interessante soprattutto per i blog didattici (sono molti infatti i professori che organizzano il materiale all’interno di un blog) ma anche, ad esempio, per blog di curatori e musei: e proprio a questi è dedicato uno spazio all’interno della sezione case studies.

Che ne dite?

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E’ veramente stato un anno stupendo per le attività digital del Museu Picasso di Barcellona: un blog bellissimo e il premio vinto come best practice 2010 nella categoria Social media all’ultima edizione di Museums and the Web, testimoniano come lo staff del museo rappresenti un’eccellenza del panorama museale europeo, per quanto riguarda l’utilizzo dei social media.

Ora, ad un anno di distanza dalle prime bozze di strategia, si tirano le somme di un’esperienza davvero straordinaria: Conxa Rodà, Poject Manager, spiega successi e prossimi sviluppi all’interno del post Has it really been a year? The Museu Picasso’s 2.0 progress.

Iniziative, eventi, premi ma anche passi falsi: ecco, una cosa che traspare dall’attività dello staff, è la capacità di dialogare con gli utenti, in modo chiaro e semplice. Vi consiglio di leggere sia il post, sia la presentazione: risorse davvero utili per quei musei che vogliono farsi un’idea chiara su come partire con una decisa attività social, rischiando e sperimentando un po’.

Concludo riportando un’affermazione giustissima, di Conxa:

The lesson we learned was that even in the more informal 2.0 context, initiatives have to be planned and prepared well if they are going to attract and engage a participatory audience.

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Il blog "Object of the Week"

Il blog "Object of the Week"

All’ultima edizione di “Museums and the Web” Erika Dicker, del Powerhouse Museum (Australia), ha presentato uno studio dal titolo molto interessante:

The Impact of Blogs and Other Social Media on the Life of a Curator

This paper will use the Powerhouse Museum’s ‘Object of the Week’ blog and a major international survey of curators to investigate how social media activities are impacting on curatorial practice.

Il paper cerca di rispondere a diverse domande indagando il ruolo che i nuovi media hanno (o non hanno) nell’attività di un curatore museale.

All’interno del paper ci sono anche diversi grafici interessanti.

Erika Dicker, the Powerhouse Museum, Australia

Erika Dicker, the Powerhouse Museum, Australia

Allo studio hanno partecipato 96 curatori, e il 63,3% di questi utilizza gli strumenti social (in senso ampio, quindi anche l’attività di blogging). Ecco una lista delle attività svolte da quei curatori particolarmente web 2.0 oiented:

  • using Youtube to upload video, lecture and, promote museum tours
  • maintaining and adding to Flickr pages
  • developing exhibition content and concepts via blogs
  • contributing to Facebook pages and using them to market events
  • administering wikis and nings
  • contributing to Twitter feeds and twitter campaigns
  • maintaining contact with international colleagues
  • seeking information for research
  • participating in on-line discussion forums

Vi consiglio la lettura del paper anche perchè si parla dell’esperienza del blog Object of the Week:

In 2009, ‘Object of the Week’ was the first curator-led blog to be launched out of the main Museum building. The goal was to engage with an on-line audience in conversations about the collection and to expose some behind-the-scenes stories that curators encounter.

Una lettura utile e piacevole, quindi, sia per quelle realtà che stanno progettando l’apertura di un blog museale, sia per quei curatori che ne vogliono sapere di più sui nuovi media.
Anzi, sarebbe interessante sapere direttamente dai curatori di qualche realtà italiana com’è strutturato il loro rapporto con i nuovi strumenti della Rete. 

Nei commenti c’è spazio!

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IMA - Indianapolis Museum of Art

Chi sarà il fortunato nuovo blogger dell’Indianapolis Museum of Art (IMA)?

Il contest online, iniziato il 6 gennaio scorso, vede ora 5 finalisti: il 24 marzo 2010 sarà annunciato il vincitore.

Nel corso delle ultime 5 settimane i finalisti dovevano realizzare dei post che rispondessero alle seguenti domande:

Tell us a little about yourself.
Tell us a story. We want to know how good your yarn-spinning skills are, so give your best anecdote involving an experience you’ve had at the museum.
Why should you be an IMA blogger?

Trovate tutte le loro realizzazioni qui:  chi scegliete fra Katie Neville, Heather McAlister, Jenni Clarkson, Crystal Hammon, Jessica Hancock?

Vi lascio con una piccola domanda: il sito dell’IMA è stato da poco ridisegnato, che c’è di nuovo sul fronte social media?

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