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Posts Tagged ‘TATE’

Se ve li siete persi ecco qui gli ultimi tre post che ho realizzato per Ilfattoquotidiano.it:

“Viaggio nel tempo attraverso gli oggetti”

“La Tate e Ai Weiwei, tra Internet e censura

Cosa fanno i musei italiani sul web?

Buona lettura!!

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L’8 aprile sono stati annunciati i Best of the Web 2011 di Museums and the Web, nelle diverse categorie.
Nella categoria Social Media ha vinto TATE con il progetto “One-to-one with the Artist: Ai Weiwei”.
“Honorable Mention” in ambito social anche per il MoMA con il porgetto “Andy Warhol: Motion Pictures”.

Da segnalare la premiazione nella categoria “Small”, del County Museum, Dundalk (Irlanda) che ha realizzato questo splendido mini-sito sull’archeologia “ASI: Archaeology Scene Investigations in North County Louth“.

In ambito Mobile ha vinto il MoMA con una App per iPad che vi avevo segnalato mesi fa: AB EX NY iPAD APP.

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Le interviste che ho realizzato ad alcuni addetti ai lavori in ambito museale evidenziano come ci sia una grande attenzione e una giusta cautela per quanto riguarda l’apertura di uno o più blog museali.
Sono tanti gli esempi che si trovano in rete, e dai quali possiamo catturare elementi preziosi.

Un’iniziativa interessante è quella organizzata in occasione della mostra Gauguin: Maker of Myth, presente fino a gennaio 2011 alla TATE Modern.
Se andate sulla pagina Facebook della TATE, trovere una tab dal titolo “Curator Blog!”, che “promuove” i post della co-curatrice dell’evento, Christine Riding.

facebook.com/tategallery

Il blog della TATE esiste da tempo, approfondendo temi relativi a TATE Modern, TATE Collections e TATE Archive. Ora, con l’inizio della mostra, il blog contiene anche i post della curatrice, che racconta i dietro le quinte, chiede suggerimenti e interagisce in modo davvero molto informale e piacevole con gli utenti.

Qui trovate tutti i suoi interventi, che disegnano una sorta di timeline della mostra, dall’installazione all’apertura fino alla richiesta di feedback agli utenti dopo una settimana dall’apertura.

Inutile dire che il coinvolgimento degli utenti è altissimo (ben 149 commenti ad un singolo post!), e come spesso accade dai commenti degli utenti escono sugerimenti molto interessanti e curiosi.

“I just wanted to add my thanks to you, Christine, for giving us this privileged, access-all-areas look at how a blockbuster exhibition comes together, and sharing your insights into this extraordinary artist.”

“Next time you should rig up a webcam so we can see a gallery coming together over the preparation

“thanks for sharing the installation with us step by step, it makes me feel the excitement of seeing everything come together and create something beautiful”

La mostra è stata inaugurata il 30 settembre 2010, ma i post della curatrice iniziano il 10 agosto con una sua presentazione e continuano (1 post ogni 3 giorni circa) raccontando sia la preparazione dell’evento sia tantissime “stories” su Gauguin.

“Thank you very much Christine for this upcoming exhibition! I am very interested in this blog of yours as it shows me Gauguin from a very different point of view. As I live in Canada, I hope you can feed the blog weekly so we can get to know his work better and be informed about this wonderful exhibition!”

“How nice of you to share these exiting work of planning with us. Very interesting to see how you are working and looking forward to the exhibition.”

Sono veramente molti gli utenti che commentano positivamente  l’idea di un blog che racconti l’organizzazione e che condivida storie e indiscrezioni: il successo, in parte, è dovuto all’immediatezza dei post e alla capacità non così ovvia di Christine di raccontare il tutto con un tono davvero piacevole.

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Non dimenticate di tenere d’occhio il blog http://conference.archimuse.com sia per le tante offerte di lavoro in ambito museale (che ne dite di Web Developer: Guggenheim Museum, New York?) sia perchè hanno iniziato a pubblicare le slide delle presentazioni tenute all’ultima edizione di Museums and the Web.

Questo il canale Slideshare in cui le trovate tutte.

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Come tutti saprete è stato recentemente inaugurato il MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo in via Guido Reni a Roma.

Ero curioso di vedere che direzione sarebbe stata presa per l’attività legata a social media e community online: il website istituizionale è ancora in fase di lavorazione ma è già ampiamente visibile in homepage la sezione community.

Un nuovo spazio per incontrare e far incontrare i visitatori reali e virtuali del MAXXI, uno spazio pensato per condividere idee, interessi, esperienze, opinioni sul mondo della creatività contemporanea.

4 sono le piattaforme in cui trovare il MAXXI: Facebook, Twitter, Youtube, Flickr.

E’ ancora molto presto per capire la qualità della comunicazione in questi presidi (tono, frequenza di intervento, interazione e soprattutto gestione delle criticità/commenti negativi) ma per quanto riguarda la customizzazione grafica sorprende la qualità sia della pagina Facebook sia del profilo Twitter.

La pagina Facebook ha una splendida immagine di profilo, molto ampia, mentre la sezione riquadri nasconde, sacrificandola un poco, una bella pagina customizzata che informa sulle mostre presenti nel museo (ma perchè non realizzare una landing page denominata Mostre in corso?).
Relativamente alla creazione di landing page fortemente customizzate su Facebook c’è chi sostiene che queste spiazzino l’utente, essendo a volte molto diverse dalla restante struttura di Facebook: nel profilo TATE, ad esempio potete vedere un utilizzo massiccio di queste pagine, mentre il MoMA opta per pagine più sobrie.

Ad ogni modo credo che la soluzione migliore sia forse quella di utilizzare le landing page in occasione di nuove mostre facendo atterrare gli utenti solo per il periodo di lancio dell’evento, in modo da risultare poco invadenti.

Ecco un articolo di Jim Richardson sull’attività in Facebook di TATE.

Tornando all’attività digitale del MAXXI al momento è ovvio che la comunicazione sia quasi interamente formata da avvisi di eventi e presentazioni: vedremo se, soprattutto per quel che riguarda i tweet, in futuro si adotterà un dialogo con gli utenti.
Ancora più importante sarà capire se ci saranno progetti in grado di mescolare online e offline, user generated content e materiale professionale.

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Parlando di attività digitale delle istituzioni culturali è bello poter segnalare dei documenti ufficiali in cui si evidenziano le linee guida per l’attività online dei prossimi anni.

E allora ecco la TATE Online Strategy 2010-2012, realizzata da John Stack, Head of Tate Online.

TATE Online è il sito d’arte più visitato in UK: il paper è un’analisi delle prossime mosse, disegnate seguendo una vision più orientata all’interazione partecipativa con l’utente.

Una strategia che mira a fare del sito un presidio ufficiale assolutamente contemporaneo: questo implica una progettazione che tenga conto della sinergia con le piattaforme social, dei contenuti user generated, e più in generale che segua logiche lontane anni luce dalla formalità di  molti siti istituzionali, mirando a realizzare una piattaforma più “sfruttabile” dagli utenti.

Our ambition is to make Tate Online the most engaging and most social arts website, to match this with the richest, deepest arts content found anywhere on the web, and to pair this with an increased presence for Tate beyond our own website, so that we engage with Tate audiences wherever they are active online. To achieve this ambition we should move on from considering Tate Online as ‘Tate’s fifth gallery’ to making online, quite simply, a dimension of practically everything Tate does, from research and conservation to fundraising and public programmes.

All’interno del documento trovate i “10 principles of  TATE online“: tutti corredati da abstract e tutti da leggere.

Suggerisco questi:

  • The website must be alive with thoughts, conversation and opinion
  • Online content needs to be open and shared
  • Content and interaction should be taken to the online audience

Ah, se vi interessa avere altre informazioni sull’operato della TATE potete leggere l’articolo Why Tate Modern needs to expand, scritto dal direttore TATE Nick Serota.

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Ultimamente ho seguito con attenzione le attività digitali di uno dei migliori quotidiani d’oltremanica, il The Guardian. Le attività legate ai nuovi media del giornale sono sempre realizzate con estrema cura: vedere per credere il mini-sito dedicato all’applicazione mobile del giornale o le recente ri-progettazione di parte del website.

Uno degli uomini chiave del The Guardian è Marc Sands, Guardian News & Media marketing director.

Pare proprio che il suo lavoro sia molto apprezzato in Uk, e, a partire dalla metà di maggio, Marc lascierà il giornale per occuparsi delle attività digitali della TATE: precisamente il ruolo è Director of audiences and media.

Ecco di cosa si occuperà concretamente:

Sands will work to strengthen Tate’s relationships with audiences and build social networks for the organisation, through the increasingly important channel of Tate Online and other media globally.

He will also lead the teams behind the magazine Tate Etc and the online video magazine TateShots, as well as press, public relations, marketing, membership and ticket sales.

Un incarico cross-mediale globale.

Da ricordare che Tate Online è il sito d’arte più visitate in Uk, con 18 milioni di visitatori unici lo scorso anno.

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Credo che molti di voi, come me, saranno fan della TATE su Facebook. Per chi non fosse stato su Fb oggi,  ecco cosa è comparso in bacheca.

TATE on Facebook

What do YOU want from the Tate Facebook page?
We’d like to know what our fans would like from the Tate Facebook fan page. Please help us by sharing your helpful comments or post ANY super suggestions?
Thank you! 😉 JR

Bhè, che dire, un modo simpatico di animare il presidio: i commenti al momento sono 22.

Tra l’ironia di chi chiede soldi c’è comunque qualcuno che propone di avere più video, immagini e info su mostre ed eventi.

Un’azione simile ha successo quando non è fine a se stessa, ma c’è la reale voglia di dialogare con gli utenti . Pare ovvio, ma non lo è.

Ma in TATE non lasciano al caso queste cose, e infatti è stata subito inserita un’altra domanda all’interno dei commenti.

Would you like more Q&A’s on our page with curators or artists?

Già, voi che vorreste dalla pagina Facebook del vostro museo preferito?

Ah, dimenticavo: continuano le offerte per i fan!

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Explore Tate Britain

Grazie alla preziosa segnalazione di Miriam di BiblioBaranzate ho avuto il piacere di leggere questo articolo di Rob Gollin Dalla tela allo schermo.

Provate a dargli un’occhiata e ditemi se siete d’accordo con Martijn Stevens. Che dice? Ve ne riporto un estratto:

Il sito web di un museo offre al massimo solo un’idea della visita reale. La digitalizzazione della collezione è spesso l’obiettivo finale. Al contrario, dovrebbe essere solo un inizio se il museo vuole veramente partecipare alla dinamica artistica della società.

L’articolo riporta anche buoni esempi come TATE e altri progetti.

Alla Tate è possibile trovare su Google Streetview i posti che sono dipinti sui quadri, e con “Art on Demand“, i visitatori del sito possono comprare delle riproduzioni dei quadri, cornice compresa. Secondo Stevens alcuni musei stanno facendo degli esperimenti, come il Rijksmuseum di Amsterdam e il Kröller-Müller a Otterlo (vicino a Utrecht). “Ma quando bisogna fare i conti con i tagli di bilancio, questi esperimenti sono i primi a saltare, poiché la collezione è sempre prioritaria”.

Come si vede continuano a piovere gli esempi di musei e istituzioni “digital oriented”: non si tratta di essere alla moda ma semplicemente di sperimentare nuove vie per la condivisione artistica e culturale. Navigando, gli esempi positivi e negativi non mancano.

Avete segnalazioni di best o worst practice?

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Play at Powerhouse

Per quanto riguarda l’attività didattica online per ragazzi avevo parlato qualche mese fa del pluripremiato progetto TATE Kids (vedi: TATE Gallery e la didattica 2.0): una piattaforma online coloratissima con info, games e progetti da sviluppare a scuola o a casa e sempre caratterizzati da dinamiche che intersecano online e offline.

Un altro progetto simile (lanciato nell’aprile 2007, ma che ho scoperto solo oggi) è quello realizzato da un altro museo protagonista di fantastici progetti digitali, il Powerhouse Museum di Sydney: il sito per ragazzi si chiama Play at Powerhouse.

Anche questo ipercolorato e caratterizzato da buffi suoni (provate a passare il mouse sul logo). Il sito è suddiviso in 4 macro aree:

  • Visiting
  • What’s on
  • Make & do
  • Play & interact

Anche in questo caso si mischiano info di base relative al museo con sezioni interattive online e documetazione per attività a casa o scolastiche.

Over on our children’s website – Play at Powerhouse – we have a lot of content for children and parents to do at home either before or after they visit the Museum. […] When the site was designed the main navigation was split into two halves – two very simple sections covering the practicalities of a museum visit, and two section for online and at home play. (Seb Chan)

Per sapere tutto sul progetto e sulle statistiche del sito andate qui.

Mi piacerebbe scoprire progetti simili anche nel nostro paese: avendo collaborato con un museo per un po’ di tempo ho visto progetti davvero notevoli con i ragazzi, anche se non ho mai ben capito per quale motivo non avessero una “coda” online.

Come nell’esempio appena visto, uno spazio per le attività di edutainment online può essere utile sia per preparare la visita in museo, sia per divertirsi e approfondire successivamente tematiche e progetti: per non parlare delle possibili implicazioni con l’attività delle scuole.

Siete a conoscenza di qualche bel progetto italiano da segnalare?

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