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Archive for the ‘Web 2.0’ Category

“Think big. We’re looking for complex questions that will generate new ideas, new visions and new conversations.”

Questo il concetto chiave che sta dietro l’iniziativa Ask SmithSonian. Tramite un form online gli utenti possono inviare domande complesse “sfidando” i ricercatori dell’istituzione.
Ogni mese viene scelta la domanda ritenuta più interessante e una lunga e completa risposta sarà pubblicata sul Magazine del museo. Certo, niente di particolarmente innovativo, ma sono sempre e comunque importanti segnali di una istituzione con le orecchie tese e gli occhi aperti.

C’è anche un video.

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Mike Ellis, l’autore di uno dei blog più interessanti su musei e nuovi media, Electronic Museum, ha pubblicato su Amazon una guida intitolata “Managing and Growing a Cultural Heritage Web Presence”.

This book will provide a guide for anyone looking to build or maintain a cultural heritage web presence. It aims to cater both to those who are single-handedly trying to keep their site running on limited budget and time as well as those who have big teams, large budgets and time to spend.

As well as describing the strategic approaches which are required to develop a successful online presence, the book contains case studies and examples of current practice from both large and small cultural heritage institutions. The book will have an accompanying web presence which will contain downloads, template examples and other resources.

Per seguire Mike: twitter.com/m1ke_ellis

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Jim Richardson @ Museum Next - Clicca sul'immagine per vedere la gallery Flickr

Museum Next (Follow #museumnext) è una delle conferenze più importanti d’Europa nella quale ci si confronta sull’approccio digitale di musei e istituzioni culturali (ma il raggio d’azione va molto oltre l’online).
Chi segue il  mio blog sa che di Jim Richardson, l’ideatore, e di Museum Next, ho parlato molto spesso anche nei mesi passati. Gli spunti di discussione offerti da Jim sono sempre notevoli.

Oggi si è tenuta a Edimburgo il primo giorno di incontri che si concluderanno domani. Se, come me, siete immersi nel lavoro e non riuscite a seguire, vi consiglio di gustare con calma i post dei ragazzi di BAM che sono live sul posto (che invidia!).

Grazie al loro microblogging via Facebook, io questa sera ho potuto ri-scoprire l’intero programma della giornata “filtrato” dalle loro utili considerazioni: credo che farò così anche domani.

L’appuntamento è, quindi,  sulla pagina Facebook di BAM – Bologna Art Managers!

Un saluto va anche a Luca Melchionna del Mart che credo sia pure lui all’evento! Una cosa è certa: tutta questa attenzione all’innovazione in ambito culturale non può che farci bene, come Paese. Bravi ragazzi!

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Ho affrontato il panorama dei Virtual Tour in altri post: non li trovo particolarmente interessanti, tuttavia certi progetti lasciano a bocca aperta per pulizia di presentazione e impatto.
Uno di questi è senz’altro l’offerta relativa alle visite virtuali del Museo Thyssen-Bornemisza.

In alcuni casi c’è l’audio in 5 lingue, una “pianta” multimediale molto semplice, e una splendida definizione delle immagini (il tutto evitando un estenuante tempo di caricamento).
Il museo tra l’altro ha recentemente vinto il premio “Mejor museo en red“.

Vi segnalo anche una nuova pubblicazione spagnola relativa ai trend nell’utilizzo dei nuovi media nei musei per quest’anno: “Tendencias Tecnológicas en museos y centros culturales para año 2011“.

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L’ambizioso progetto Smithsonian Commons sta facendo passi avanti e il 18 giugno scorso è stato pubblicato online un prototipo delle futura piattaforma che avrà il compito di veicolare in modo gratuito e “usabile” i contenuti dell’istituzione.

[…] a new part of our digital presence dedicated to stimulating learning, creation, and innovation through open access to Smithsonian research, collections and communities. (Smithsonian2.0)

Al momento si possono vedere 4 video tutorial (Museum Visitor, Teacher, Millennial, Enthusiast / Citizen Scientist)  che mostrano  come questo progetto porterà diversi benefit alla fruizione dei contenuti.

Il progetto è davvero molto interessante: soprattutto è da sottolineare come siano “partiti dal basso” nella progettualità, pubblicando online un prototipo e chiedendo espressamente il parere degi utenti.
Il mio consiglio è di vedere i video che ho inserito sopra direttamente dal player del sito: un modo ben fatto di mostrare i contenuti multimediali.
Vi ricordo che la web strategy di Smithsonian Istitution è interamente consultabile qui: già, uno spazio Wiki utilizzato in maniera impeccabile e ricco di contenuti. Oltre Commons, trovate infatti tutta la strategia relativa al Mobile, Workshop, FAQ, e molto altro.

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La Fondazione Fitzcarraldo, in collaborazione con il Salone DNA, organizza un convegno internazionale assolutamente da non perdere per tutti gli appassionati di musei e nuovi media:

Surfing and walking: i musei e le sfide del 2.0

L’evento avrà luogo a Torino il 2 ottobre prossimo come programma satellite di Artlab10.

Il programma si concentrerà sull’utilizzo che i musei stanno facendo di alcuni strumenti che Internet mette a disposizione (siti web istituzionali, social network, mondi virtuali, aggregatori di contenuti, blogosfera) per avvicinare nuovi pubblici, per fornire modalità aggiuntive di accesso ai contenuti museali, per preparare e migliorare l’esperienza di visita, per favorire l’approfondimento e agevolare le diverse necessità di apprendimento. Sarà l’occasione per presentare casi ed esperienze internazionali e nazionali.

Tra gli addetti ai lavori che parteciperanno c’è Luca Melchionna dell’Ufficio Stampa del Mart (intervistato nei mesi scorsi anche da fucktorymuseum), Alessandro Isaia (Responsabile Comunicazione e Marketing, Fondazione Torino Musei), Carlotta Margarone (Assistente Curatore, Palazzo Madama, Torino), Christian Ghiron e Giuseppe Ariano (Ministero per i Beni e le Attività Culturali), e nomi internazionali come Diane Drubay, (Fondatrice di http://www.buzzeum.com, Francia), Jim Richardson (Amministratore Delegato, SUMO, “I like…museums” Il portale dei musei del Nord-Est, Uk) e niente di meno che Shelley Bernstein (Direttrice del Dipartimento di Tecnologia, Brooklyn Museum, NY) che sarà anche protagonista di un incontro nel pomeriggio “A tu per tu con Shelley Bernstein”.

Io ci sarò e sarà davvero un piacere incotrare alcuni dei nomi sopra citati, di cui ho scritto spesso in questo blog. Ringraziando Laura per la preziosa segnalazione, rimando qui per tutte le info.

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Parlando di attività digitale delle istituzioni culturali è bello poter segnalare dei documenti ufficiali in cui si evidenziano le linee guida per l’attività online dei prossimi anni.

E allora ecco la TATE Online Strategy 2010-2012, realizzata da John Stack, Head of Tate Online.

TATE Online è il sito d’arte più visitato in UK: il paper è un’analisi delle prossime mosse, disegnate seguendo una vision più orientata all’interazione partecipativa con l’utente.

Una strategia che mira a fare del sito un presidio ufficiale assolutamente contemporaneo: questo implica una progettazione che tenga conto della sinergia con le piattaforme social, dei contenuti user generated, e più in generale che segua logiche lontane anni luce dalla formalità di  molti siti istituzionali, mirando a realizzare una piattaforma più “sfruttabile” dagli utenti.

Our ambition is to make Tate Online the most engaging and most social arts website, to match this with the richest, deepest arts content found anywhere on the web, and to pair this with an increased presence for Tate beyond our own website, so that we engage with Tate audiences wherever they are active online. To achieve this ambition we should move on from considering Tate Online as ‘Tate’s fifth gallery’ to making online, quite simply, a dimension of practically everything Tate does, from research and conservation to fundraising and public programmes.

All’interno del documento trovate i “10 principles of  TATE online“: tutti corredati da abstract e tutti da leggere.

Suggerisco questi:

  • The website must be alive with thoughts, conversation and opinion
  • Online content needs to be open and shared
  • Content and interaction should be taken to the online audience

Ah, se vi interessa avere altre informazioni sull’operato della TATE potete leggere l’articolo Why Tate Modern needs to expand, scritto dal direttore TATE Nick Serota.

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MoMA > Meet Me

Per approfondire l’utilizzo dei nuovi media in ambito culturale, è utile iniziare ad esplorare quello che hanno realizzato i musei e le istituzioni premiate alla confernza Museums & Web 2010 che si è tenuta a Denver.

Trovate qui, la lista completa.

Per la categoria Education ha vinto il MoMA con il progetto Meet Me, per rendere l’arte accessibile ai malati di Alzheimer.

The MoMA Alzheimer’s Project is the nationwide expansion of MoMA’s art and dementia programs, including Meet Me at MoMA, the Museum’s outreach program for individuals living with Alzheimer’s disease and their caregivers. Funded by a major grant from MetLife Foundation, the project broadens the reach of these programs through the development of resources that can be used by museums, assisted-living facilities, and other community organizations serving people with dementia and their caregivers.

Molto interessante anche il progetto che ha vinto nella categoria Exhibition (Honourable mention): PhilaPlace. Il progetto realizzato da The Historical Society of Pennsylvania, unisce una grafica accattivante, contenuti multimediali e interattività:

It is an interactive and deeply interpretive site that connects stories to places across time in Philadelphia’s neighborhoods, creating an enduring record of the city’s heritage. The site weaves stories shared by ordinary people of all backgrounds with historical records to present an interpretive picture that captures the rich history, culture, and architecture of its neighborhoods – past and present.

Un award per la categoria Exhibition è andato anche al MoMa per il website dedicato alla mostra Bauhaus: davvero notevole, con belle immagini, slideshow, testi chiari e che compaiono al semplice passaggio del mouse.

Se vi interessa il dicorso “podcast”, in questa categoria ha vinto il progetto di audio on demand del National Museum of Australia.

Per quanto riguarda l’utilizzo dei social media ha vinto un museo di cui abbiamo parlato più volte: Picasso Museum.
L’attività online del museo si dispiega su moltissimi presidi, ma qui vi riporto una presentazione del blog:

Behind-the-scenes blog, with plurality of museum staff voices, explaining processes more than results: assembly of exhibits, online collection, communication campaigns, restoration work, etc. All trilingual Spanish-Catalan-English. Readers’ comments are more frequent in the Catalan or Spanish versions (we’re in the process of merging comments of the three languages). In six months the blog has had more than 50.000 reads

Un riconoscimento di prestigio è andato anche a quel favoloso progetto che è ArtBubble, realizzato da Indianapolis Museum of Art.

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Museu Picasso Barcellona

Vi avevo già parlato in dell’intensa attività social del Museo Picasso di Barcellona (vedi Museo Picasso: it’s Twitter time!), ora sono riuscito a scovare le slide in cui lo staff presenta l’inizio di quest’avventura 2.0Museu Picasso: le voyage de web 1.0 à web 2.0.

Al momento attuale il museo conta 3.808 fan e 783 follower.

Non dimenticate di leggere (è in inglese) il loro bellissimo blog.

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Credo che molti di voi, come me, saranno fan della TATE su Facebook. Per chi non fosse stato su Fb oggi,  ecco cosa è comparso in bacheca.

TATE on Facebook

What do YOU want from the Tate Facebook page?
We’d like to know what our fans would like from the Tate Facebook fan page. Please help us by sharing your helpful comments or post ANY super suggestions?
Thank you! 😉 JR

Bhè, che dire, un modo simpatico di animare il presidio: i commenti al momento sono 22.

Tra l’ironia di chi chiede soldi c’è comunque qualcuno che propone di avere più video, immagini e info su mostre ed eventi.

Un’azione simile ha successo quando non è fine a se stessa, ma c’è la reale voglia di dialogare con gli utenti . Pare ovvio, ma non lo è.

Ma in TATE non lasciano al caso queste cose, e infatti è stata subito inserita un’altra domanda all’interno dei commenti.

Would you like more Q&A’s on our page with curators or artists?

Già, voi che vorreste dalla pagina Facebook del vostro museo preferito?

Ah, dimenticavo: continuano le offerte per i fan!

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