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In questi giorni si è tenuta la conference “regina” per quanto riguarda musei e scenari digitali: Museums and the Web (11-14 aprile 2012, San Diego). In un altro post mostrerò i progetti digitali che sono stati premiati in questa edizione 2012.

Uno di questi, però, merita un’attenzione particolare e così lo svelo qui, a parte: si tratta del website www.museum-analytics.org, vincitore nella categoria “Museum Professional”. Già perchè questo strumento credo possa interessare parecchio agli addetti ai lavori che preparano report e benchmark sulla situazione museale nello scenario digitale.

Il tool è in versione Beta ma i dati di engagement relativamente a siti, profili Facebook e Twitter sono aggiornati e “montati” in grafica.

Museum Analytics is an online platform for sharing and discussing information about museums and their audiences. For each museum there is a daily updated report with information about online and offline audiences. These reports are an essential tool for communication departments to evaluate and understand their progress.
One of the most powerful aspects of Museum Analytics is the fact that many great museums are brought together online. Information about more than 3000 museums is already included and the list is still growing. Museum Analytics has the potential to make the worldwide presence of museums and their impact on our daily lives visible.

Vedremo in che modo evolverà e quale sarà la versione definitiva ma pare già molto utile!

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Il blog della conferenza Museums and the Web offre sempre molte notizie relative a progetti digitali dei musei di mezzo mondo. Tuttavia, come ho già scritto altre volte, i contenuti forse più interessanti sono quelli relativi alla ricerca del personale da parte di musei e istituzioni culturali (soprattutto USA).

Trovo questi annunci molto utili per 3 motivi:

  • spesso offrono esperienze lavorative davvero notevoli per chi è interessato ai nuovi media in ambito museale.
  • mostrano l’estrema attenzione che certe realtà culturali hanno nei confronti del digitale.
  • consentono di vedere sia quali sono le attività previste sia quali sono le competenze richieste. Ci si può fare dunque un’idea precisa delle nuove professionalità che molti musei vanno cercando.

In questo senso, il Metropolitan Museum of Art è alla ricerca di un Online Community Manager.

The Digital Media department is looking for an Online Community Manager to lead social media efforts for the Metropolitan Museum of Art. Working under the direction of the Senior Manager of Online Marketing & Community Development, the Online Community Manager will encourage, facilitate, and develop relationships with the Met’s online audience through a range of social media and networking sites.

Queste le attività previste:

* Provide daily content with SEO value, track metrics, monitor and respond to conversations
* Plan and implement creative programs to grow fan base, traffic to websites, and engagement
* Manage the Met’s communities on Facebook, Twitter, Flickr, FourSquare, Tumblr, and other social media
* Develop and manage editorial calendar for key social media initiatives, and publishing status updates and reports, as appropriate
* Moderate blog comments and participate in blog discussions
* Listen to users and solicit and interpret user feedback
* Translate feedback into actionable recommendations for audience and revenue growth
* Analyze and report on user activity data; develop the Museum’s understanding of visitors’ behavior and their connections to us online
* Moderate and be the voice of the community and the translator between the users and the Museum’s stakeholders.

Per quanto riguarda le competenze richieste e tutti i contatti, leggete il post completo qui.

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Scovando in rete un contenuto simile ho pensato a quanto mi sarebbe piaciuto leggerlo qualche anno fa, quando stavo preparando la tesi su Musei e Nuovi Media.
Sono comunque felicissimo di condividere la tesi “A Museum without Walls. Towards a more dynamic Museu Picasso Barcelona through the web 2.0” di Jacqueline Glarner.

La tesi analizza la strategia del Museo Picasso di Barcellona, evidenziando aspetti positivi e negativi dell’attività digitale dell’istituzione. Ecco alcune conclusioni di Jacqueline:

The results of the work may also serve as an example for other museums interested in getting started or enhancing their presence in the world of 2.0. Some key concepts:

  • The museum has to accept the visitor as an equal partner. The willingness to enter into dialogue with and embrace new content suggested by visitors must be honest and real.
  • It is worth planning strategically: in other words, treating 2.0, and even better all communication, as a whole.
  • This also goes for evaluation of the institution’s current position — that is, its specific needs and capabilities (financial and human resources).
  • The museum must be able to generate new content that is interesting to users.
  • It is very important to involve all of the museum staff in 2.0. We are talking here about ‘internal energizing’.
  • Actions must be evaluated on a regular basis and conclusions drawn.

Bello anche vedere l’attenzione che l’istituzione stessa ha mostrato al lavoro di Jacqueline Glarner, con tanto di ringraziamento sul blog ufficiale del museo.

Di seguito un breve assaggio del suo lavoro di tesi.

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Ringrazio di cuore Giulia Simi per la citazione di fucktorymuseum all’interno della sua presentazione “Musei e Social Media. Una relazione piena di paure“, mostrata durante l’evento GGD8 a Bologna lo scorso 13 novembre.

La presentazione, partendo dall’evento #askacurator, mostra poi lo scenario delle istituzioni culturali italiane su Twitter, provando anche ad analizzarne la performance: soprattutto si evidenzia uno scarso utilizzo di questo presidio da parte di tante istituzioni del nostro paese.
L’incredibile successo di #askacurator in tutto il mondo, e la sola partecipazione del Mart per quanto riguarda la compagine italiana, mostra ancora una volta come si sia persa una grande occasione di “incontro” con gli utenti.

La presentazione prosegue anche analizzando una grande esempio di social media marketing: l’esperienza del Brooklyn Museum.

Di seguito la presentazione di Giulia Simi.

Giulia cura anche un bellissimo blog (che ho prontamente aggiunto tra i preferiti): Excentrica.

Su tutti vi segnalo il post Esempi di social media marketing: il Brooklyn Museum.

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Nuova esclusiva “intervista 2.0” di Fucktorymuseum 2.0: dopo Mart, Genova Città Digitale, Museoscienza di Milano e Fondazione Musei Civici di Venezia, è la volta del MAXXI di Roma.

Il Presidente della Fondazione MAXXI, Pio Baldi, ci racconta l’approccio al mondo web e come sta andando l’attività nei canali social. Un contributo molto interessante che svela anche preziose indicazioni sulle attività digitali future della Fondazione.

Un grazie enorme per la disponibiltà al presidente Pio Baldi e a Prisca Cupellini.

MAXXI Community

C’è stata una pianificazione per lo “sbarco” del MAXXI sul Web? Avete analizzato qualche best practice per impostare le linee guida della comunicazione online?

La pianificazione della presenza e delle attività sul web del MAXXI è iniziata ben prima della sua apertura al pubblico. Inizialmente con una sezione di approfondimento all’interno del sito della direzione generale del MiBAC di cui era parte; successivamente, dal 2007, con un suo sito web che aveva l’obiettivo non solo di informare sulle attività in corso ma anche di monitorare e raccontare il cantiere e di creare un primo contatto, virtuale ma diretto, con il nostro pubblico online. I tre anni che ancora ci separavano dall’inaugurazione sono stati, non solo dal punto di vista della comunicazione web, un importante banco di prova e sperimentazione che ci ha visto attivi anche su Flickr e You Tube. Abbiamo poi voluto far coincidere l’apertura al pubblico del MAXXI con un completo restyling del sito e con l’inizio delle nostre attività su Facebook e Twitter.
Sicuramente ci sono esempi interessanti nell’utilizzo della comunicazione online sia in Italia (non possiamo non citare l’importante lavoro portato avanti dal MiBAC in questo ultimo anno) ma soprattutto all’estero (Brooklyn Museum, MoMA, Tate Gallery).
E poi blogger e voci autorevoli nel dibattito internazionale sulle nuove tecnologie della comunicazione, come Jim Richardson, Derrick de Kerckhove, e, ancora, gli appuntamenti annuali con conferenze internazionali su patrimonio culturale e web (Museums and the Web, Museum Next, ecc.)
Essere informati su ciò che accade è di fondamentale importanza ma l’informazione è il punto di partenza da cui prendere slancio e mettere in moto la nostra creatività.

Chi si occupa delle attività digitali del museo? C’è uno staff dedicato?

Si, certo, è stato creato un team preposto alle attività digitali all’interno dell’Ufficio Comunicazione.

twitter.com/MUSEO_MAXXI

Il museo ha una sua pagina Facebook, un profilo su Twitter, Youtube e Flickr: ci descrivete come si organizza l’attività di aggiornamento di questi profili? Ci sono riunioni per capire che “tono di voce” tenere sui vari profili oppure come rispondere ad eventuali critiche postate dagli utenti?

La scelta dei social network su cui avere una presenza “ufficiale” non è stata casuale né si tratta di “presenzialismo”. Sono state scelte delle piattaforme i cui differenti linguaggi ci permettono di dare tagli diversi ai nostri contenuti e alle attività proposte e soprattutto ci permettono di comunicare con pubblici diversi. Un calendario editoriale costantemente aggiornato ci permette di pianificare la comunicazione delle nostre attività. L’interazione con la nostra community è senz’altro la parte più interessante e stimolante: ci confrontiamo ogni giorno con commenti, opinioni, domande. Necessario essere quindi flessibili per essere pronti a cogliere spunti di dibattito, novità, suggerimenti, critiche. La nostra attività web è quindi giornaliera e il “tono di voce” utilizzato è senza dubbio più confidenziale e meno istituzionale rispetto a quello di altri canali ufficiali di comunicazione. Proprio per questo chi ci segue si sente libero di condividere idee, interessi, esperienze, opinioni.

Avete in programma di aprire anche un blog del museo?

Abbiamo riflettuto molto sull’opportunità dell’apertura di un blog e stiamo valutando la strategia editoriale migliore perché il progetto possa partire. Siamo sicuri, infatti, che un pubblico dinamico e curioso come quello del MAXXI porterebbe ad un confronto molto interessante.

Avete realizzato progetti che intrecciano attività online ed offline?

Abbiamo realizzato uno speed-contest che ha unito l’online con l’offline e i risultati sono stati davvero incoraggianti. Il nostro “vero” programma di attività e iniziative dedicate alla community del MAXXI avrà però inizio al partire da questo autunno.

Come risponde il pubblico alle vostre iniziative digitali? I social media vi stanno aiutando a migliorare la comunicazione con il pubblico?

Il pubblico del MAXXI è estremamente attivo e ricettivo. Avere un rapporto diretto e quotidiano con un numero sempre maggiore di persone ci permette di avere un feedback immediato sulle nostre proposte culturali e non solo. Ciò che vogliamo stimolare è infatti un confronto più ampio sul mondo della creatività contemporanea.

Il MAXXI su Facebook

Lo Smithsonian Istitution sta provando a lanciare Smithsonian Commons per facilitare la condivisione dei contenuti (video, foto, ebook, applicazioni, ecc.) con gli utenti. Voi avete intenzione di utilizzare il web esclusivamente come strumento di marketing (contest, promo a tempo, ecc.) oppure c’è in ballo qualcosa che va “oltre”, tipo progetti “didattici” che sfruttano le potenzialità della Rete?
Inoltre, un argomento di strettissima attualità è rappresentato dalle potenzialità del mobile: avete progetti circa il mobile “ interno” (audio guide, iPod, ecc.) o “esterno” (sito mobile, applicazioni per smartphone)?

Il pubblico dei musei è cambiato, sono cambiate le sue esigenze e di conseguenza è cambiato il modo di comunicare con esso. Obiettivo del MAXXI è utilizzare le nuove tecnologie per rendere l’arte e l’architettura sempre più accessibili e istaurare un rapporto sempre più diretto e interattivo con gli utenti, in modo semplice, veloce, efficace. Le nuove tecnologie danno, ad esempio, la possibilità di ampliare le modalità di visita e le informazioni da offrire al pubblico, sia dal punto di vista della quantità che della qualità. Inoltre, le applicazioni per smartphone hanno ormai una grande facilità di utilizzo e la nostra attenzione è rivolta anche a queste. Il sito mobile del museo, ad esempio, è già in corso di realizzazione e sarà accessibile a breve.

Per quanto riguarda l’attività digitale, quali sono i progetti per il futuro?

Molti i progetti in corso. Siamo interessati alle potenzialità offerte dai social network che utilizzano la geolocalizzazione. E poi alle applicazioni per smartphone e per iPAD che accompagnino i visitatori alla scoperta del MAXXI, delle sue collezioni e non solo. Ad esempio l’utilizzo del QRcode e di specifiche applicazioni permetterebbe ai visitatori di scegliere e personalizzare il proprio percorso nel museo e, al tempo stesso, di avere una guida multimediale che gli permetta di interagire con le opere e scoprirne i dettagli.
Stiamo lavorando, inoltre, per mettere a disposizione degli utenti il patrimonio audio e video del museo, raccolto in 10 anni di incontri, con artisti e architetti, curatori e critici, conferenze e convegni anche di respiro internazionale, tramite l’utilizzo di applicazioni per organizzare e riprodurre le nostre raccolte digitali. Presto tutto ciò sarà su iTunesU.

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Come tutti saprete è stato recentemente inaugurato il MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo in via Guido Reni a Roma.

Ero curioso di vedere che direzione sarebbe stata presa per l’attività legata a social media e community online: il website istituizionale è ancora in fase di lavorazione ma è già ampiamente visibile in homepage la sezione community.

Un nuovo spazio per incontrare e far incontrare i visitatori reali e virtuali del MAXXI, uno spazio pensato per condividere idee, interessi, esperienze, opinioni sul mondo della creatività contemporanea.

4 sono le piattaforme in cui trovare il MAXXI: Facebook, Twitter, Youtube, Flickr.

E’ ancora molto presto per capire la qualità della comunicazione in questi presidi (tono, frequenza di intervento, interazione e soprattutto gestione delle criticità/commenti negativi) ma per quanto riguarda la customizzazione grafica sorprende la qualità sia della pagina Facebook sia del profilo Twitter.

La pagina Facebook ha una splendida immagine di profilo, molto ampia, mentre la sezione riquadri nasconde, sacrificandola un poco, una bella pagina customizzata che informa sulle mostre presenti nel museo (ma perchè non realizzare una landing page denominata Mostre in corso?).
Relativamente alla creazione di landing page fortemente customizzate su Facebook c’è chi sostiene che queste spiazzino l’utente, essendo a volte molto diverse dalla restante struttura di Facebook: nel profilo TATE, ad esempio potete vedere un utilizzo massiccio di queste pagine, mentre il MoMA opta per pagine più sobrie.

Ad ogni modo credo che la soluzione migliore sia forse quella di utilizzare le landing page in occasione di nuove mostre facendo atterrare gli utenti solo per il periodo di lancio dell’evento, in modo da risultare poco invadenti.

Ecco un articolo di Jim Richardson sull’attività in Facebook di TATE.

Tornando all’attività digitale del MAXXI al momento è ovvio che la comunicazione sia quasi interamente formata da avvisi di eventi e presentazioni: vedremo se, soprattutto per quel che riguarda i tweet, in futuro si adotterà un dialogo con gli utenti.
Ancora più importante sarà capire se ci saranno progetti in grado di mescolare online e offline, user generated content e materiale professionale.

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Nuova veste grafica per MUSEUMSetc, sito in cui trovare diversi volumi interessanti su musei e nuovi media.
Tra questi vi avevo già segnalato Twitter for Museums (35 sterline la versione paperback): ma ci sono anche altre edizioni come il CD Real-World Twitter in Action, oppure il nuovissimo New Thinking: Rules for the (R)evolution of Museums.

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twitter.com/MAMboBologna

Ho già parlato diverse volte delle possibilità che twitter offre alla strategia di comunicazione delle realtà culturali. 
A queste tematiche, Jim Richardson dedica spesso interessanti post, analizzando le azioni e le strategie che musei e istituzioni culturali attuano su questo canale.

Un esempio è Twitter guidelines for museum staff.

Ecco alcuni accorgimenti interessanti su trasparenza, contenuti, tono di voce e re-tweet.

If you do set up a Twitter account for professional use, then it is important to identify yourself as working for the museum to avoid any confusion about your point of view. For example, it could seem dishonest to the community on Twitter if you posted comments about how good a new exhibition looked without identifying yourself as a member of staff.

 Museums are fascinating places and you will find that a lot of people are interested in what goes on behind the scenes; just be careful not to announce anything confidential before it is in the public domain.

If somebody has a criticism about an exhibition or the museum in general, inform them that you appreciate their comment and have passed this along to the relevant person in the museum, and then forward the comment to ——— so that they can deal with it in line with our complaints procedure

Twitter has a friendly and informal style.

One of the most popular features of Twitter is the retweet […] When selecting something to retweet, consider how appropriate it is for someone who is linked with the museum to be associated with the original tweet and whether it may appear to be an endorsement of third party content.

Il post di Jim è utile perchè tante cose che sembrano ovvie, non lo sono affatto. Un esempio riguarda la consapevolezza che Twitter is a person to person network.
Molti musei comunicano ancora come broadcaster, magari riproponendo gli stessi contenuti già pubblicati su facebook, interagendo poco o nulla con gli utenti.

Cosa succede da noi? Ci sono già diversi musei italiani su Twitter, se volete farvi un’idea. Tra questi Mart, Mambo e Museo L. da Vinci di Milano.  
Il fatto che l’utilizzo di twitter, in alcuni casi, sia proprio all’inizio rende queste realtà particolarmente interessanti da seguire.

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Dopo quella a Luca Melchionna del Mart di Trento e Rovereto, nuova intervista esclusiva per Fucktorymuseum 2.0.

Questa volta indaghiamo l’attività online del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia L. Da Vinci di Milano: lo facciamo attraverso lo splendido racconto di Paolo Cavallotti, dell’Ufficio Internet e Media Interattivi.

Ci sono anteprime, progetti futuri e una spiegazione approfondita di come si fa innovazione all’interno di una realtà museale di prestigio: assolutamente da non perdere! Provvederò nei prossimi giorni a realizzare su ISSUU un mini-eBook in modo da rendere questo preziosissimo contributo maggiormente fruibile a tutti.

Di seguito trovate l’intervista: prima però ci tengo a ringraziare per la cortesia, la disponibilità e la competenza Paolo Cavallotti e lo staff del Museo.

MuseoScienza > Il Museo sui social network

Chi si occupa delle attività digitali del museo? C’è uno staff dedicato?

Il Museo Leonardo da Vinci è stato il primo museo in Italia (fin dal 1998) ad investire sui media digitali con personale interno dedicato a lavorarci. Dal 2001, col passaggio a fondazione di diritto privato e la nuova direzione, questa strategia è stata perseguita con sempre maggior convinzione e investimenti con la strutturazione dell’ ufficio “Internet e Media Interattivi” che si occupa del sito web e di tutte le attività digitali del Museo.
Oggi l’ufficio è costituito da quattro persone, assunte a tempo indeterminato, che lavorano a tempo pieno su questo.

Il museo ha una sua pagina Facebook ed anche un profilo Twitter: come organizzate l’attività in questi social media? Quale progettualità c’è dietro la gestione di questi presidi? Quali sono i vantaggi e le problematiche riscontrati nell’utilizzo di questi strumenti?

Facebook e Twitter hanno caratteristiche diverse e quindi cerchiamo di usarli in modo diverso per sfruttare il loro potenziale.
Su Facebook abbiamo cercato di aprire un canale di dialogo con i nostri utenti più informale e diretto, in modo che i nostri visitatori più affezionati (ma anche chi ci conosce poco) abbia la possibilità di interagire con noi in modo immediato e non filtrato.
Cerchiamo di non essere troppo invasivi e martellanti presentando sulla nostra pagina solo alcune delle nostre attività, quelle che meglio si prestano al canale o quelle più adatte al tipo di pubblico che lo usa.
L’immediatezza dello strumento ci permette anche di poter raccontare e aggiornare i nostri “fan” su progetti in divenire e su i “dietro le quinte”.

E’ inoltre un ottimo luogo di fidelizzazione di utenti selezionati.

Per questo abbiamo recentemente fatto anche un piccolo concorso a premi (in occasione dell’inaugurazione di un nuovo laboratorio);  un modo simpatico e interattivo per introdurre un nostro tema (nel caso specifico l’alimentazione) , coinvolgere i nostri utenti in modo interattivo e … dargli qualcosa in cambio. In futuro faremo altre di queste attività: coinvolgeremo i nostri fan portandoli ad usare maggiormente i nostri contenuti online e dando loro in cambio visite guidate gratuite direttamente con i curatori del Museo all’interno delle sezioni organizzate esclusivamente per questi utenti.

Un altro rapporto di scambio che trovo interessante, attraverso Facebook, è quello di rendere disponibile in anteprima solo ai fan della pagina del contenuto non ancora disponibile a tutti. Un modo per far sentire “privilegiati” i fan e allo stesso tempo ottenere in cambio dei feedback utili per migliorare il proprio lavoro.

Come sempre la difficoltà è quella di riuscire a coinvolgere attivamente gli utenti, saper trovare le giuste cose che sappiano stimolare le persone a dare un contributo attivo. Per ora i primi riscontri sono positivi ma di sicuro la strada è ancora lunga e considero questo primo periodo proprio una sperimentazione in questa direzione.

Su Twitter per ora non abbiamo fatto tantissimo (in Italia è anche molto meno usato) ma per la sua natura è il luogo adatto per fare racconti/cronache in tempo reale di attività che si svolgono al Museo in quel preciso istante (cosa che se venisse fatta sulla pagina di Facebook rischierebbe di risultare molesta intasando le bacheche dei nostri fan).
Lo abbiamo fatto ad esempio in occasione della giornata di inaugurazione della nuova Area Nanotecnologie.  Essendo la giornata aperta solo ad ospiti e stampa abbiamo fatto su Twitter una cronaca in tempo reale di tutto quello che stava avvenendo, corredandola con foto scattate e pubblicate in tempo reale su Flickr. Un bel mix per consentire a tutti di prendere parte ad una giornata ricca di contenuti ma non fisicamente aperta a tutti.

Su Twitter più che di difficoltà parlerei di potenziale ancora povero dato dal poco uso che viene fatto in Italia di questo canale.

Avete in programma di aprire altri profili per la condivisione di contenuti (flickr e Youtube o blog)?

Su Flickr e Youtube ci siamo già, anche se non abbiamo ancora lanciato ufficialmente i due canali (cosa che avverrà a breve).
Flickr probabilmente continueremo ad usarlo nel modo spiegato prima, come integrazione alle cronache che faremo su Twitter. Valuteremo successivamente se usarlo anche per la pubblicazione di tutte le gallery di foto che il Museo crea e mette a disposizione sul proprio sito (e talvolta su Facebook).
Youtube invece conterrà la gran parte della produzione video del Museo (sempre più ricca). Sarà speculare alla sezione Video Museoscienza del nostro sito che metteremo online in contemporanea (sempre tra pochi giorni).
Abbiamo deciso di non tenere i nostri video solo sul nostro sito o solo su Youtube (facendo enbedding sul nostro sito) ma di pubblicare le nostra produzione video su entrambi i canali parallelamente.

Presto probabilmente realizzeremo anche un blog che possa fare da diario per raccontare l’attività dei ricercatori sulle nanotecnologie che stanno svolgendo il loro lavoro all’interno del Museo (nell’area Nanotecnologie infatti i visitatori possono vedere e interagire con dei ricercatori che svolgono la loro attività di ricerca alla luce del sole, davanti al pubblico).

Avete realizzato progetti che mescolino attività online ed offline?

Da diversi anni molta della nostra produzione online è legata all’attività offline.
Abbiamo progetti interamente online (come il progetto “Cimeli! Una ricerca virtuale al Museo”) che partono da attività offline e che cercano di stimolare a venire al Museo per rendere l’attività online più ricca e completa.
All’interno della sezione Televisione del  Museo abbiamo realizzato una postazione multimediale nella quale i nostri visitatori possono lasciare un loro contributo video (rispondono ad alcune domande registrando i loro contenuti attraverso una webcam) sul tema dell’uso della televisione oggi. Una scelta di questi contributi verrà pubblicata sul nostro canale di Youtube.
Anche per altre sezioni o mostre in passato abbiamo cercato di stimolare i nostri visitatori ad attività online che si integrassero con la visita fisica al Museo.

Come risponde il pubblico alle vostre iniziative digitali? I social media vi hanno aiutato a migliorare la comunicazione con il pubblico?

L’attività digitale che da molti anni facciamo ha sempre ottenuto un ottimo riscontro dal parte del nostro pubblico, in termini di numeri e di visite.
Quando si entra nel merito del chiedere un contributo attivo il campo si fa sempre più spinoso. In passato abbiamo talvolta chiesto troppo al nostro pubblico, imparando la lezione che è molto difficile ottenere molti contributi quando l’attività che viene proposta è troppo lunga o strutturata. Con attività più semplici ed immediate i risultati sono invece sempre stati ottimi.

Nel merito invece di comunicazione diretta col nostro pubblico direi che sono proprio questi nuovi canali di cui abbiamo parlato ora ad offrirci un nuovo scenario di interscambio e comunicazione.
Siamo ancora in una fase abbastanza nuova e non mi sbilancerei in responsi definitivi in merito, però devo dire che i segnali sono ottimi. Otteniamo frequentemente feedback sui nostri lavori, domande e richieste (come suggerimenti su quali attività fare) che in passato attraverso altri canali più raramente ricevevamo.
Penso che se ci si sa porre nel modo giusto, se si usa il giusto linguaggio, si ha la possibilità di ottenere un dialogo diretto che può portare una comunicazione molto fruttuosa col proprio pubblico. E sinceramente questa cosa la sto già toccando con mano in questi mesi.

Per quanto riguarda l’attività digitale, quali sono i progetti per il futuro?

Un po’ di cose te le ho anticipate prima (Youtube, un maggior uso integrato di Twitter e Flickr, anteprime, giochi e concorsi su Facebook…) e in generale tutta l’attività attraverso i social network verrà sempre più potenziata .
Continuerà anche l’attività della nostra webradio (Radio Museoscienza) che alterna un palinsesto di registrazioni degli appuntamenti, conferenze e dibattiti che si sono svolti al Museo negli ultimi anni, ad appuntamenti dal vivo (con incontri con esperti su tutti i nostri temi) durante i quali gli ascoltatori possono anche interagire e fare domande via chat.

C’è poi  in effetti un altro grosso cambio sostanziale che sta per arrivare.

Tra pochi giorni (primissimi giorni di aprile) il sito del Museo cambierà faccia, diventando un vero e proprio magazine con una homepage molto più ricca di contenuti rispetto a quella attualmente online. L’aspetto multimediale e interattivo verrà fortemente potenziato, molti contenuti multimediali saranno fruibili direttamente dalla homepage, finanche l’interazione attraverso i social network sarà attiva direttamente dalla copertina.

Nascerà inoltre una nuova sezione del sito (che prenderà il posto dell’attuale sezione Online) dedicata a tutti gli approfondimenti disponibili sul sito. Negli anni abbiamo realizzato e sviluppato un’enorme ricchezza di contenuti di approfondimento sulle nostre tematiche tecnico scientifiche che fanno davvero del nostro sito web un’ottima risorsa per tutti coloro che sono interessati ai nostri temi. Ci siamo resi conto che la struttura attuale del sito e della homepage stava rischiando di tenere troppo nascosti molti di questi contenuti e abbiamo così deciso di realizzare una sezione che contenga tutti questi contenuti e li metta a disposizione dei nostri visitatori potendoli navigare per temi o per linguaggi (video, audio, documenti, esperienze online…).

Inoltre la ricca offerta di contenuti audio e di contenuti video che possiamo mettere a disposizione ci consente di realizzare a breve un’offerta di podcasting (sia video che audio) alla quale i nostri utenti si potranno abbonare gratuitamente.
Stiamo anche iniziando a progettare applicativi per palmari e smartphone che si andranno ad unire ai contenuti scaricabili via bluetooth che già attualmente sono disponibili per i nostri visitatori all’interno del Museo (nella sezione sui Telefoni è possibile ricevere sul proprio cellulare le suonerie dei telefoni d’epoca presenti in sezione, che poi il visitatore si potrà salvare e usare come suoneria del proprio telefono).

Più in generale continueremo a sviluppare contenuti e attività digitali legati a tutti i progetti del Museo.
Ormai da tanti anni questi linguaggi sono considerati dal Museo come strumenti privilegiati e strategici e ormai non esiste progetto o attività che non venga da subito progettata ragionando anche sulla possibilità di sfruttare l’attività digitale.

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Più volte ho riportato news e risorse relative all’utilizzo di Twitter da parte di musei e istituti culturali: in quest’ambito è da segnalare la costante attività di ricerca che svolge Jim Richardson.

Sul suo bellissimo blog trovate l’articolo Twitter for Museums, con una breve introduzione al social site in questione ed alcune sue osservazioni sui possibili benefit che uno strumento simile porta alla comunicazione del museo, in termini di interazione e coinvolgimento del pubblico.

[…] Instead a museum can speak with those who choose to follow them, to entertain, engage and inform Twitter users with a behind-the-scenes and up-to-the-minute account of your institution. This can build a loyal following; a kind of museum membership for the 21st century.

Twitter is also a great way to share information with your followers; the majority of tweets feature links and by linking to content on other websites, you can advance your museum’s educational aims through the web.

Voi che ne pensate? Conoscete qualche istituzione culturale italiana che utilizzi twitter?

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