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Posts Tagged ‘Powerhouse museum’

La crescita della navigazione web attraverso smartphone (di ogni tipologia) è vertiginosa: proprio qualche settimana fa una mia collega ha realizzato un post presentando uno degli ultimi studi sul tema.

La fruizione di contenuti digitali (sia articolati sia semplici notizie testuali) passa sempre più spesso attraverso i cellulari. Sembra elementare investire quindi in applicazioni e contenuti creati ad hoc: in questo blog ho più volte mostrato App studiate per valorizzare i contenuti di una mostra, di una collezione o veri e propri cataloghi digitali. Tuttavia, non si vive di solo iPhone, iPad o Android.

E soprattutto non si vive di sole applicazioni. Credo che per un’istituzione culturale che punti a comunicare al meglio verso tutti gli utenti in ambito digitale non si possa prescindere dallo sviluppo (anche molto semplice) di un buon mobile site.

Così ho fatto un piccolo test.
Ho un Nokia 5530, smartphone ora di fascia medio bassa, ma con uno schermo di buon livello di 3,2” che consente una navigazione piuttosto piacevole. Bene, con questo Nokia ho provato a navigare alcuni dei più importati siti museali italiani.

Il risultato?

Nessuna versione mobile presente (ad eccezione del Mart), difficoltà di caricamento, lentezza, layout sgangherato.
Poi mi sono detto: proviamo con l’arcinoto Brooklyn Museum. Ecco, il sito si carica in meno di 2 secondi e ci sono tutte le info principali, e la visualizzazione è ottima da qualsiasi smartphone. Ancora più semplice ma comunque esaustivo è anche il mobile site del Powerhouse Museum di Sydney.
Un po’ quello che offre wordpress gratuitamente, per intenderci.
Info, orari, come raggiungere il museo, news: tutto presentato in modo davvero molto semplice e veloce.
Anche per un Nokia di bassa lega.

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Il blog "Object of the Week"

Il blog "Object of the Week"

All’ultima edizione di “Museums and the Web” Erika Dicker, del Powerhouse Museum (Australia), ha presentato uno studio dal titolo molto interessante:

The Impact of Blogs and Other Social Media on the Life of a Curator

This paper will use the Powerhouse Museum’s ‘Object of the Week’ blog and a major international survey of curators to investigate how social media activities are impacting on curatorial practice.

Il paper cerca di rispondere a diverse domande indagando il ruolo che i nuovi media hanno (o non hanno) nell’attività di un curatore museale.

All’interno del paper ci sono anche diversi grafici interessanti.

Erika Dicker, the Powerhouse Museum, Australia

Erika Dicker, the Powerhouse Museum, Australia

Allo studio hanno partecipato 96 curatori, e il 63,3% di questi utilizza gli strumenti social (in senso ampio, quindi anche l’attività di blogging). Ecco una lista delle attività svolte da quei curatori particolarmente web 2.0 oiented:

  • using Youtube to upload video, lecture and, promote museum tours
  • maintaining and adding to Flickr pages
  • developing exhibition content and concepts via blogs
  • contributing to Facebook pages and using them to market events
  • administering wikis and nings
  • contributing to Twitter feeds and twitter campaigns
  • maintaining contact with international colleagues
  • seeking information for research
  • participating in on-line discussion forums

Vi consiglio la lettura del paper anche perchè si parla dell’esperienza del blog Object of the Week:

In 2009, ‘Object of the Week’ was the first curator-led blog to be launched out of the main Museum building. The goal was to engage with an on-line audience in conversations about the collection and to expose some behind-the-scenes stories that curators encounter.

Una lettura utile e piacevole, quindi, sia per quelle realtà che stanno progettando l’apertura di un blog museale, sia per quei curatori che ne vogliono sapere di più sui nuovi media.
Anzi, sarebbe interessante sapere direttamente dai curatori di qualche realtà italiana com’è strutturato il loro rapporto con i nuovi strumenti della Rete. 

Nei commenti c’è spazio!

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Walker Art Center > Walker Blog Guidelines

Vero e proprio punto di riferimento per l’universo “musei e social media”, il blog Museum Marketing di Jim Richardson ha pubblicato due post molto interessanti qualche giorno fa.

Il primo, Social Media Policy for a Museum segnala alcune imperdibili risorse come guidelines di blog museali o twitter strategy di enti governativi!  Contenuti davvero niente male che vale la pena esplorare.

Guardate ad esempio il documento wiki “Walker Blog Guidelines” sulle regole del blog del Walker Art Center di Minneapolis: oppure i documenti in pdf di Powerhouse Museum e IMA, relativi sempre alla gestione dei blog.

Esce dall’ambito museale ma fa sempre cultura (eccome!) la BBC che ha pubblicato la propria policy per l’uso dei social media. Restando in casa BBC vi segnalo un piccolo gioiello: guardate un po’ come spiegano la storia del Regno Britannico!

Il secondo post di Jim, Tips for creating more interesting tweets for your Museum, spiega come sfruttare al meglio twitter da parte delle realtà museali: da non perdere!

Ok, già che ci siete date un’occhiata pure alle 5 vie possibili per utilizzare al meglio Youtube.

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Play at Powerhouse

Per quanto riguarda l’attività didattica online per ragazzi avevo parlato qualche mese fa del pluripremiato progetto TATE Kids (vedi: TATE Gallery e la didattica 2.0): una piattaforma online coloratissima con info, games e progetti da sviluppare a scuola o a casa e sempre caratterizzati da dinamiche che intersecano online e offline.

Un altro progetto simile (lanciato nell’aprile 2007, ma che ho scoperto solo oggi) è quello realizzato da un altro museo protagonista di fantastici progetti digitali, il Powerhouse Museum di Sydney: il sito per ragazzi si chiama Play at Powerhouse.

Anche questo ipercolorato e caratterizzato da buffi suoni (provate a passare il mouse sul logo). Il sito è suddiviso in 4 macro aree:

  • Visiting
  • What’s on
  • Make & do
  • Play & interact

Anche in questo caso si mischiano info di base relative al museo con sezioni interattive online e documetazione per attività a casa o scolastiche.

Over on our children’s website – Play at Powerhouse – we have a lot of content for children and parents to do at home either before or after they visit the Museum. […] When the site was designed the main navigation was split into two halves – two very simple sections covering the practicalities of a museum visit, and two section for online and at home play. (Seb Chan)

Per sapere tutto sul progetto e sulle statistiche del sito andate qui.

Mi piacerebbe scoprire progetti simili anche nel nostro paese: avendo collaborato con un museo per un po’ di tempo ho visto progetti davvero notevoli con i ragazzi, anche se non ho mai ben capito per quale motivo non avessero una “coda” online.

Come nell’esempio appena visto, uno spazio per le attività di edutainment online può essere utile sia per preparare la visita in museo, sia per divertirsi e approfondire successivamente tematiche e progetti: per non parlare delle possibili implicazioni con l’attività delle scuole.

Siete a conoscenza di qualche bel progetto italiano da segnalare?

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E’ il titolo di un talk tenuto da Nina Simon ad alcune istituzioni culturali di Sydney.

Qui il link al live girato all’interno del Powerhouse Museum e di seguito le slide di Nina.

View more documents from Nina Simon.

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La lista che segue è il frutto di uno speech dal titolo ‘Digital Effects: Content, Communities and the Museum DNA’ ad opera di Seb Chan del Powerhouse Museum.

Ecco le 5 regole fondamentali per i contenuti museali secondo Seb:

  • Discoverable – it is where I am and where I look for it
  • Meaningful – I can understand it
  • Responsive – to my interests, moods, location
  • Useable/Shareable – I can pass it on and share
  • Available in all three locations – online, onsite and offsite

Per vedere i dettagli della lista e i relativi commenti, seguite la discussione qui.

Sempre dal blog di Seb Chan sono venuto a conoscenza di una survey dal titolo “Social media’s effects on life as a curator”.

Il questionario, realizzato sempre dallo staff del Powerhouse Museum e precisamente da Erika Dicker, è disponibile online.

L’obiettivo dello studio è The impact of blogs, and other social media, on the life of a curatore i risultati saranno presentati in un paper al prossimo Museums and the Web 2010.

Per saperne di più, qui.

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museumsandtheweb

Radical Trust: The State of the Museum Blogosphere

Nonostante la facilità della sua costruzione, il blog è uno strumento abbastanza complicato (non tanto per i singoli, quanto per un’istituzione) e per il quale vanno fatte diverse scelte, da un punto di vista comunicativo: la “voce” con cui si parla, il grado di rigidità editoriale che si sceglie di tenere, lunghezza e frequenza dei post, ecc..

Potete trovare post relativi alla blogosfera museale qui.

Ormai due anni fa è stato presentato alla conferenza Museums and the Web un interessante paper scritto da Sebastian Chan (Powerhouse Museum, Australia) e Jim Spadaccini (Ideum, USA) intitolato: “Radical Trust: The State of the Museum Blogosphere”.

Questo l’abstract del progetto:

How popular are they? How is popularity measured? Do these blogs operate from the inside or the outside of museums? Who is their audience? What of RSS, aggregators, and link exchanges? Are there emerging commonalities in practice and usage that can be brought together to strengthen and expand the collective worth and impact of museum blogging? This paper explores these questions and more. Several successful operational models have emerged and are outlined here, along with emerging trends for the field. It is our hope that these survey results will also provide a starting point for those museums looking to launch their own blogs.

Buona lettura!

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buildAR

L’incontro Common Groud tenutosi recentemente a Sydney (di cui vi avevo già parlato in un precedente post), è stato l’occasione per presentare un’applicazione che mescola la cosiddetta realtà aumentata con l’attività 2.0 del museo, in modo davvero brillante.

Ho già scritto diversi post relativi all’intensa attività online del Powerhouse Museum di Sydney e precisamente sulla loro massiccia presenza fotografica all’interno del progetto The Commons su Flickr: bene, questo loro materiale è stato riutilizzato da Rob Manson e Alex Young per creare un’applicazione di Augmented Reality.

In che modo?

I due hanno caricato 400 immagini storiche di Sydney prese dall’archivio Commons del museo come POIs (pubblici punti di interesse): in questo modo, girando per Sydney e puntando la camera del nostro device è possibile vedere in tempo reale le immagini di come era quel luogo anni e anni prima, ricevendo anche molte informazioni direttamente da Flickr o dalle schede del museo.

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We’re in the process of creating layers for a lot of people at the moment and another great example is with the Powerhouse images that were released into the Flickr Commons. We loaded over 400 of these images as public POIs so now you can wander around Sydney with your phone and see beautiful historic images of the local area around you. You can then just tap on the POI/photo and you get the option to go directly to the Flickr page for that image, or even better straight to the Powerhouse page with all the historic information and the original image.

Potete leggere l’intervista realizzata da Seb Chan ai creatori dell’applicazione e del Mobile Reality Browser Layar, qui.

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Powerhouse Museum > Strategic Plan

Powerhouse Museum > Strategic Plan

Il PwM di Sidney ha pubblicato online, in versione pdf, lo Strategic Plan 2009-2012.

Il documento di 7 pagine è organizzato in tabelle, pratico e rapido da consultare e ha l’obiettivo di esporre quelle che saranno le leve strategiche per re-inventare la “visione” del museo: soprattutto per quel che riguarda il rapporto con il pubblico.

In prima pagina potete leggere i seguenti “Values”:

  • Be an ‘open’ Museum – open to rich engagement, to new conversations about the collection and transparent in how we work and make decisions
  • Offer visitors diverse ways to interact with the museum
  • Present programs and exhibitions that reflect the spirit of the times and explore new ways to engage with audiences that may challenge, involve experimentation or generate controversy
  • Support new kinds of learning and knowledge creation inside and outside the Museum
  • Develop a comprehensive customer service ethos throughout the Museum
  • Promote an internal culture of dialogue, experimentation, transparency and individual accountability

I fattori importanti credo siano una necessaria trasparenza operativa del museo e la volontà di diffondere al suo interno una cultura del dialogo e della sperimentazione.

Seb Chan, che si occupa del reparto nuovi media, sembra essere soddisfatto:

The plan has come together through focus groups with external stakeholders, communities, specialists; as well as a long process of rethinking and reorganisation within the Museum as well.

This has been the most broadly consultative ’strategic plan’ I’ve been involved in developing and it makes sense that the key tenets of the Museum going forward are ‘openness and transparency’. And from my perspective I’m pleased that digital engagement is well represented, as is the promotion of an internal culture of experimentation.

Vi consiglio di leggere il documento: ogni punto strategico è suddiviso in priorità, obiettivi e performance.

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