Ho affrontato il panorama dei Virtual Tour in altri post: non li trovo particolarmente interessanti, tuttavia certi progetti lasciano a bocca aperta per pulizia di presentazione e impatto.
Uno di questi è senz’altro l’offerta relativa alle visite virtuali del Museo Thyssen-Bornemisza.
In alcuni casi c’è l’audio in 5 lingue, una “pianta” multimediale molto semplice, e una splendida definizione delle immagini (il tutto evitando un estenuante tempo di caricamento).
Il museo tra l’altro ha recentemente vinto il premio “Mejor museo en red“.
La settimana scorsa ho fatto giusto in tempo a parlare di Virtual Tour che il giorno dopo scopro l’immenso progetto di Google: Art Project.
Diciamo subito che le potenzialità del colosso di Mountain View sono qui espresse ai massimi livelli: utilizzo della tecnologia Street View, risoluzioni HD impressionanti, e la possibilità di crearsi la propria collezione di opere.
Questi i musei che per adesso fanno parte del progetto:
Alte Nationalgalerie, Berlin – Germany
Freer Gallery of Art, Smithsonian, Washington DC – USA
The Frick Collection, NYC – USA
Gemäldegalerie, Berlin – Germany
The Metropolitan Museum of Art, NYC – USA
MoMA, The Museum of Modern Art, NYC – USA
Museo Reina Sofia, Madrid – Spain
Museo Thyssen – Bornemisza, Madrid – Spain
Museum Kampa, Prague – Czech Republic
National Gallery, London – UK
Palace of Versailles – France
Rijksmuseum, Amsterdam – The Netherlands
The State Hermitage Museum, St Petersburg – Russia
State Tretyakov Gallery, Moscow – Russia
Tate Britain, London – UK
Uffizi Gallery, Florence – Italy
Van Gogh Museum, Amsterdam – The Netherlands
Per un’analisi attenta del servizio vi rimando al bel post su Excenetrica.
Al di là delle splendide soluzioni visuali, personalmente trovo molto interessate la sezione info visualizzabile sia relativamente al museo sia per la singola opera d’arte: un lavoro niente male.
Come si vede dall’elenco, l’Italia è rappresentata dagli Galleria degli Uffizi.
La Galleria degli Uffizi e Parallelo hanno collaborato con Google per la realizzazione del progetto Google Art Project. Il progetto porta la tecnologia di Google Street View nelle gallerie d’arte, consentendo agli utenti di passeggiare virtualmente nelle sale di alcuni dei musei più famosi del mondo. In pochi click, è possibile visitare 35 sale della Galleria degli Uffizi, e vedere nei minimi dettagli uno dei 73 capolavori selezionati come, ad esempio, la Nascita di Venere del Botticelli. Google Art Project consente di esplorare le 385 sale dei 17 musei presenti per un totale di più di 1.000 immagini ad alta risoluzione e di creare e condividere la propria collezione di capolavori. (Polo Museale Fiorentino)
Seguendo il MACRO su Facebook ho visto che recentemente hanno sviluppato nuovi virtual tour delle mostre: avevo visto una cosa simile altre volte (forse il virtual tour più noto è quello del Louvre) e quindi mi sono fiondato a curiosare un po’ tra una visita e un’altra (sono davvero molte le visite virtuali a disposizione!).
Per cominciare noto con piacere che anche navigando con la velocità triste della mia connessione non ho particolari problemi. La visione è molto definita, chiara e la navigazione abbastanza intuitiva, ma non ho trovato traccia di “hot spot” informativi delle opere o delle stanze.
Sono sempre stato affascinato da queste visite virtuali (e questo lavoro del MACRO è ben fatto) anche se non riesco mai ad apprezzarle fino in fondo. E’ una navigazione che tende a disorientarmi spingendomi ad un veloce abbandono dell’applicazione.
A titolo personale preferisco delle ampie slideshow, magari con soluzioni multimediali che offrano la possibilità di assemblare focus testuali e audio.
Certo, una cosa non eslcude l’altra.
Tuttavia sarei interessanto a conscere l’efficacia e l’apprezzamento di queste visite da parte degli utenti. Qualcuno conosce qualche studio interessante a riguardo?
Gli inserti di Repubblica regalano sempre qualche spunto interessante: oggi vi segnalo due articoli apparsi su “Donna di Repubblica” e su “Affari e Finanza”, inserto del lunedì. Entrambi, temporaneamente, li trovate online io comunque ho fatto gli screenshot per facilitarvi la vita.
Il primo si intitola “La vita organizzata in preferiti” ed è un piccolo approfondimento all’interno di un articolo più grande intitolato Londra è Istant, pubblicato alle pagine 124-125. (vi consiglio di scaricare il pdf piuttosto che leggerlo in “streaming”). All’interno del pezzo si citano le esperienze “new media” di Tate e National Gallery.
Questo merita una lettura approfondita perché porta in primo piano la questione dell’utilizzo delle nuovissime tecnologie per riproporre ambientazioni storiche virtuali: solita domanda, in quali casi è reale contributo informativo e in quali semplice lezione di stile?