I contenuti di questo blog fanno parte del testo che ho pubblicato gratuitamente su Lulu dal titolo Musei Online – Gli strumenti 2.0 al servizio del dibattito culturale .
Perchè riproporli in un blog?
Bhè, questo strumento consente di spezzettare i vari argomenti trattati nel libro, aggiornarli, migliorarli e renderli aperti a commenti e critiche. Nel corso del tempo cercherò di tenere aggiornata la pagina ebook, proponendo link a pubblicazioni interessanti per il mondo dei musei 2.0.
è davvero un buon lavoro. grazie per averlo condiviso.
Grazie davvero! In realtà ad un anno di distanza (e di ricerca) sarebbe da aggiornare e migliorare, ma non avendo molto tempo provo a segnalare nuovi trend ed esempi direttamente nel blog.
Grazie 1000 ancora e se ti interessa puoi guardare pure il mini-book che ho creato per l’intervista al Mart 2.0.
Simone
Complimenti per il testo, il sito e i contenuti che condividi…sono veramente utili e interessanti per chi studia la realtà museale e si trova di fronte ancora vecchie mummie
Grazie mille Tommaso,
sono felice se l’ebook può essere utile. Spero di riuscire ad aggiornare il blog più frequentemente.
Mi raccomando, se hai consigli e segnalazioni, sono a disposizione.
Simone
Complimenti Simone. Davvero un bel lavoro. Hai discusso un tema pressante e intricato in modo chiaro, funzionale ed efficace. La letteratura e gli esempi citati offrono una panoramica ampia che ben illustra le opportunità e le sfide che le tecnologie digitali Web 2.0 presentano per i musei. A differenza del mondo anglosassone la ricerca accademica italiana sull’argomento è, per usare un eufemismo, ancora ai primordi. Qui da noi mancano soprattutto studi empirici (qualitativi e quantitativi) che integrino teoria e prassi. D’altra parte, anche i pochi studi empirici finora condotti in ambito anglosassone tendono, nella stragrande maggioranza dei casi, a ridurre le problematiche inerenti il rapporto tra tecnologie Web 2.0 e musei in termini di authority (ovvero al timore da parte dei professionisti dell’informazione museale di perdere il diritto di curatela/controllo sulle collezioni). Non v’è dubbio che tale timore sia fondato. Tuttavia, a questo si vanno ad intrecciare ulteriori fattori quali problemi finanziari, amministrativi, tecnici, organizzativi, legali, di sostenibilità e di interoperabilità, per citare solo alcuni. Oggi gli utenti dei musei non solo esigono un accesso online alle collezioni dei musei 24/7 (indipendentemente dal luogo dove queste si trovino o come esse siano organizzate), ma vogliono anche proattivamente riorganizzare, manipolare e scambiare informazioni sulle collezioni. La CE sta facendo pressione sugli stati membri affinché questi adottino strategie a lungo termine miranti a rendere il patrimonio culturale europeo intellettualmente e culturalmente accessibile online. Tuttavia, non v’é certezza che la risposta dei musei all’invito all’azione e alla strategia della CE sarà altrettanto strategica e sostenibile. Alcuni studi empirici già dimostrano che non è così (soprattutto per quanto riguarda i musei di piccole e medie dimensioni o musei “speciali”). Spesso, la renitenza delle istituzioni museali verso le tecnologie Web 2.0 non dipende tanto dal timore di perdere il diritto di curatela/controllo sulle collezioni, quanto piuttosto da difficoltà intrinseche ed estrinseche oggettive. Tali difficoltà oggettive non devono però diventare per i musei una scusa per evitare il dialogo con i propri utenti o non rivedere la loro prassi e piano d’azione per gestire e diffondere la conoscenza sulle proprie collezioni in un mondo digitale sempre più distribuito e interconnesso.
Ciao,
grazie davvero per il feedback. La mia ricerca è ormai datata e concordo con te su diversi punti: mi fa molto piacere ricevere un feedback così articolato e pieno di spunti per possibili discussioni. Solo una cosa, non trovo un tuo nominativo: se ti va di parlare di questi temi scrivimi pure a sstrozzi@alice.it.
Saluti e grazie ancora
Simone