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Domani grande festa al Mart di Trento e Rovereto per i 10 anni del museo!
Il programma è ricchissimo, l’ingresso al museo gratuito e le porte saranno aperte dalle 10 alle 22. Trovate tutte le informazioni su ospiti e mostre qui.
L’hashtag per seguire l’evento su twitter è #dieciannidimart e in tutto il museo ci sarà il wi-fi ad accesso libero per tutti.

Il nuovo sito del Mart!

Oltre gli ospiti e alle mostre che animeranno la giornata di domani, ci sono alcune novità digital davvero molto interessanti: su tutti emerge il nuovo sito internet, riprogettato da zero, che rende più facile l’accesso al patrimonio e agli eventi del Mart, privilegiando la prospettiva dell’utente e l’uso in mobilità delle molte risorse a disposizione.
Le risorse disponibili in rete sono molte: un’app per smartphone sviluppata da Telecom, Trento Rise e Mart, che riconosce le opere de “La magnifica ossessione” e fornisce approfondimenti; centinaia di immagini diffuse sulle reti sociali del museo; e concorsi fotografici come “Il mio Mart”, realizzato con il quotidiano “Trentino”.

Di seguito una gallery del nuovo sito del Mart.

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Le offerte lavorative pubblicate sul blog di Museums and the web sono spesso molto interessanti: ho avuto modo di rilanciarle più volte anche sul blog. Tuttavia, al di là delle offerte lavorative in sè, scrutare queste pubblicazioni è davvero utile per capire che strada stanno prendendo i team che curano la comunicazione (ma non solo) all’interno del museo.

In questo senso, leggere bene una delle ultime offerte lavorative del MET Museum chiarisce l’assoluta importanza che le competenze digitali/tecnologiche stanno assumendo all’interno di certi istituti. Il ruolo cercato è Interactive Media Producer.

The Digital Media department at The Metropolitan Museum of Art is seeking a talented Interactive Media Producer to lead the design and production of complex media projects. This includes mobile technology, interactives, and educational multimedia to support the Museum’s collection, exhibitions and related activities, both online and in-gallery. Special consideration will be given to candidates who have created projects that involve interactive storytelling, or cultural/museum-related matters.

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At the Metropolitan Museum, a New Wing, a New Vista

Se ancora non conoscete la sezione interactive del New York Times, versione online ovviamente, correte ad esplorarne i contenuti il prima possibile: ogni articolo è ricco di audio, video, animazioni, viste a 360°, e molto altro. Il tutto in maniera assolutamente ordinata.

Ma parliamo di musei qui, giusto? E infatti proprio uno degli ultimi multimedia post realizzati dalla redazione del NYT ha come focus proprio un museo: il Metropolitan Museum.
Il museo ha recentemente rinnovato gli spazi dedicati all’arte Araba e del Medio Oriente, dopo 8 anni di lavori. Il reporter Randy Kennedy ha così realizzato un reportage multimediale con molti highlight della collezione: At the Metropolitan Museum, a New Wing, a New Vista.

Un reportage che, attraverso un menu sulla sinistra, ci porta velocemente nel cuore della nuova ala del museo: inoltre alcune clip audio dello stesso reporter integrano le immagini e gli ingradimenti, così come i dettagli completano le animazioni in 3D.
Gran bel lavoro!

Ah dimenticavo: se come me avete una fissa per le risorse online ben fatte, non perdete il post sui brevetti Apple: “Steve Jobs’s Patents“. Assolutamente imperdibile!

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Gli ultimi post scritti per la rubrica del Il Fatto Quotidiano online hanno presentato due progetti con piattaforme multimediali davvero imperdibili: la prima è Historypin, una sorta di macchina del tempo digitale, progettata nel 2010 e lanciata nella sua versione più aggiornata lo scorso luglio. Assolutamente da provare!

L’altro progetto realizzato in maniera davvero incredibile, per cura e passione, è Monet2010, website relativo alla mostra parigina dedicata al pittore impressionista. Qui l’esperienza di navigazione delle due sezioni, “gallery” e “journey” (soprattutto quest’ultima!), è qualcosa di estremamente coinvolgente.

Per finire, ho scritto di una iniziativa giunta alla sua seconda edizione e realizzata dal Museum of Science and Industry di Chicago, “Month at the Museum”: 30 giorni in museo, 24 ore al giorno…la scienza non dorme mai!

Buona lettura!

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facebook.com/gettymuseum

Che l’utilizzo dei social media all’interno del museo necessiti spesso di un forte cambiamento organizzativo interno, lo abbiamo visto molte volte. Tuttavia è sempre molto interessante scoprire testimonianze concrete di progetti in grado di illustrare problemi, criticità e successi.

In occasione di Museums and the Web 2011, Dana Allen-Greil, (National Museum of American History, Smithsonian Institution), Susan Edwards e Jack Ludden (J. Paul Getty Trust) e Eric Johnson (Monticello) hanno presentato un paper molto interessante: Social Media and Organizational Change.

With the authors’ multiple perspectives, this paper highlights some of the ways that social media are changing the ways that staff communicate and work together, and addresses issues such as whether to distribute management of social media content across an organization or to centralize efforts; how to find tactics for educating and training staff about what social media are; and how social media can further the mission, set new expectations for current staffing positions held within the museum, and promote a cultural shift that embraces collaborative, agile ways of interacting with our peers and our audiences.

Il paper analizza in modo abbastanza approfondito i diversi approcci e le diverse criticità emerse nelle tre organizzazioni: NMAH, Getty, Monticello.
I tre autori non si sono limitati a realizzare un paper ricco di spunti di discussione relativi alla comunicazione interna circa l’esperienza social, ma hanno realizzato un fondamentale spazio wiki (utilizzando il comodissimo PBWorks) nel quale trovate esempi di Social Media Plan, Policy molto dettagliate, post, paper e presentazioni.

Sono sicuro che troverete documenti utili su cui sperimentare l’approccio social della vostra istituzione, anche se temo che non tutti hanno la possibilità di disporre di uno staff di 6 persone per curare la presenza su Facebook, come avviene al Getty!
Ad ogni modo ecco qui la pagina nella quale trovare anche diverse Blog policy: Example Social Media Policies and Plans.

Buona lettura!

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Dopo un periodo di intenso lavoro e qualche giorno di festa, eccomi di nuovo qui con una novità dal mondo New Media & Musei. Sono molto felice di dedicare il primo post del 2011 ad una realtà italiana: Palazzo Madama di Torino.

Lo staff ha da poco realizzato il nuovo website del museo ripensando l’intera comunicazione digital: sono stati infatti aperti diversi presidi social (mostrati anche in homepage) e il blog del museo. Inoltre, seguendo una prassi ormai diffusa, lo staff ha realizzato dei comodi video tutorial che mostrano le nuove funzionalità del sito web.

Ma andiamo con ordine e vediamo, attraverso le parole di Carlotta Margarone, cosa c’è dietro questa riprogettazione della presenza web del museo.

La costruzione del senso di marcia, della forma e dei contenuti della presenza web di Palazzo Madama ha seguito molteplici linee guida: l’osservazione e l’ascolto, in primo luogo. Osservare i siti web e le strategy di altri musei, più o meno simili a noi per contenuti e mission; fare un collage di spunti interessanti, anche di altre esperienze, quali l’informazione o il marketing aziendale, adattandoli alle esigenze specifiche della nostra istituzione; l’ascolto dei commenti, delle esigenze degli utenti rispetto a un sito web museale al sito web specifico di Palazzo Madama; la sperimentazione in prima persona dei siti internet, dei linguaggi del web, la costruzione di una semantica utile a costruire un linguaggio condiviso con i tecnici informatici; queste le linee guida seguite per costruire http://www.palazzomadamatorino.it.

Ascolto, sperimentazione, osservazione, nuovi linguaggi, sono dunque le keyword guida di questa nuova avventura.

Ovviamente i budget a disposizione delle realtà italiane per operazioni legate ai nuovi media immagino siano ridotte più che mai: in realtà questo è probabilmente vero per l’intero operato delle istituzioni culturali.
Tuttavia, esempi come questo di Palazzo Madama mostrano come idee e voglia di innovare possano spingere a sperimenatre con i nuovi media, nonostante tutto. E, soprattutto, trasmettono entusiasmo.

Il blog gestito dallo staff, ad esempio, getta uno sguardo “dietro le quinte” del lavoro interno al museo: una cosa che personalmente trovo assolutamente interessante. Ecco la presentazione del blog:

Da oggi cercheremo di raccontare la vita del museo con la voce di chi lavora dietro le quinte: gli uffici dei conservatori, lo staff degli educatori e dei comunicatori, i responsabili della segreteria e della gestione…Il racconto della nostra quotidianità, dei musei o delle mostre che ci piacciono, i restauri, la creazione degli eventi, i libri che stiamo leggendo e tanto altro. Di tutto questo vogliamo discutere con voi, conoscere le vostre opinioni, ascoltare i vostri suggerimenti.

All’interno del canale Yotube trovate i primi video “how to” relativi alla navigazione nei nuovi presidi: www.youtube.com/palazzomadamatorino.

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Nuova esclusiva “intervista 2.0” di Fucktorymuseum 2.0: dopo Mart, Genova Città Digitale, Museoscienza di Milano e Fondazione Musei Civici di Venezia, è la volta del MAXXI di Roma.

Il Presidente della Fondazione MAXXI, Pio Baldi, ci racconta l’approccio al mondo web e come sta andando l’attività nei canali social. Un contributo molto interessante che svela anche preziose indicazioni sulle attività digitali future della Fondazione.

Un grazie enorme per la disponibiltà al presidente Pio Baldi e a Prisca Cupellini.

MAXXI Community

C’è stata una pianificazione per lo “sbarco” del MAXXI sul Web? Avete analizzato qualche best practice per impostare le linee guida della comunicazione online?

La pianificazione della presenza e delle attività sul web del MAXXI è iniziata ben prima della sua apertura al pubblico. Inizialmente con una sezione di approfondimento all’interno del sito della direzione generale del MiBAC di cui era parte; successivamente, dal 2007, con un suo sito web che aveva l’obiettivo non solo di informare sulle attività in corso ma anche di monitorare e raccontare il cantiere e di creare un primo contatto, virtuale ma diretto, con il nostro pubblico online. I tre anni che ancora ci separavano dall’inaugurazione sono stati, non solo dal punto di vista della comunicazione web, un importante banco di prova e sperimentazione che ci ha visto attivi anche su Flickr e You Tube. Abbiamo poi voluto far coincidere l’apertura al pubblico del MAXXI con un completo restyling del sito e con l’inizio delle nostre attività su Facebook e Twitter.
Sicuramente ci sono esempi interessanti nell’utilizzo della comunicazione online sia in Italia (non possiamo non citare l’importante lavoro portato avanti dal MiBAC in questo ultimo anno) ma soprattutto all’estero (Brooklyn Museum, MoMA, Tate Gallery).
E poi blogger e voci autorevoli nel dibattito internazionale sulle nuove tecnologie della comunicazione, come Jim Richardson, Derrick de Kerckhove, e, ancora, gli appuntamenti annuali con conferenze internazionali su patrimonio culturale e web (Museums and the Web, Museum Next, ecc.)
Essere informati su ciò che accade è di fondamentale importanza ma l’informazione è il punto di partenza da cui prendere slancio e mettere in moto la nostra creatività.

Chi si occupa delle attività digitali del museo? C’è uno staff dedicato?

Si, certo, è stato creato un team preposto alle attività digitali all’interno dell’Ufficio Comunicazione.

twitter.com/MUSEO_MAXXI

Il museo ha una sua pagina Facebook, un profilo su Twitter, Youtube e Flickr: ci descrivete come si organizza l’attività di aggiornamento di questi profili? Ci sono riunioni per capire che “tono di voce” tenere sui vari profili oppure come rispondere ad eventuali critiche postate dagli utenti?

La scelta dei social network su cui avere una presenza “ufficiale” non è stata casuale né si tratta di “presenzialismo”. Sono state scelte delle piattaforme i cui differenti linguaggi ci permettono di dare tagli diversi ai nostri contenuti e alle attività proposte e soprattutto ci permettono di comunicare con pubblici diversi. Un calendario editoriale costantemente aggiornato ci permette di pianificare la comunicazione delle nostre attività. L’interazione con la nostra community è senz’altro la parte più interessante e stimolante: ci confrontiamo ogni giorno con commenti, opinioni, domande. Necessario essere quindi flessibili per essere pronti a cogliere spunti di dibattito, novità, suggerimenti, critiche. La nostra attività web è quindi giornaliera e il “tono di voce” utilizzato è senza dubbio più confidenziale e meno istituzionale rispetto a quello di altri canali ufficiali di comunicazione. Proprio per questo chi ci segue si sente libero di condividere idee, interessi, esperienze, opinioni.

Avete in programma di aprire anche un blog del museo?

Abbiamo riflettuto molto sull’opportunità dell’apertura di un blog e stiamo valutando la strategia editoriale migliore perché il progetto possa partire. Siamo sicuri, infatti, che un pubblico dinamico e curioso come quello del MAXXI porterebbe ad un confronto molto interessante.

Avete realizzato progetti che intrecciano attività online ed offline?

Abbiamo realizzato uno speed-contest che ha unito l’online con l’offline e i risultati sono stati davvero incoraggianti. Il nostro “vero” programma di attività e iniziative dedicate alla community del MAXXI avrà però inizio al partire da questo autunno.

Come risponde il pubblico alle vostre iniziative digitali? I social media vi stanno aiutando a migliorare la comunicazione con il pubblico?

Il pubblico del MAXXI è estremamente attivo e ricettivo. Avere un rapporto diretto e quotidiano con un numero sempre maggiore di persone ci permette di avere un feedback immediato sulle nostre proposte culturali e non solo. Ciò che vogliamo stimolare è infatti un confronto più ampio sul mondo della creatività contemporanea.

Il MAXXI su Facebook

Lo Smithsonian Istitution sta provando a lanciare Smithsonian Commons per facilitare la condivisione dei contenuti (video, foto, ebook, applicazioni, ecc.) con gli utenti. Voi avete intenzione di utilizzare il web esclusivamente come strumento di marketing (contest, promo a tempo, ecc.) oppure c’è in ballo qualcosa che va “oltre”, tipo progetti “didattici” che sfruttano le potenzialità della Rete?
Inoltre, un argomento di strettissima attualità è rappresentato dalle potenzialità del mobile: avete progetti circa il mobile “ interno” (audio guide, iPod, ecc.) o “esterno” (sito mobile, applicazioni per smartphone)?

Il pubblico dei musei è cambiato, sono cambiate le sue esigenze e di conseguenza è cambiato il modo di comunicare con esso. Obiettivo del MAXXI è utilizzare le nuove tecnologie per rendere l’arte e l’architettura sempre più accessibili e istaurare un rapporto sempre più diretto e interattivo con gli utenti, in modo semplice, veloce, efficace. Le nuove tecnologie danno, ad esempio, la possibilità di ampliare le modalità di visita e le informazioni da offrire al pubblico, sia dal punto di vista della quantità che della qualità. Inoltre, le applicazioni per smartphone hanno ormai una grande facilità di utilizzo e la nostra attenzione è rivolta anche a queste. Il sito mobile del museo, ad esempio, è già in corso di realizzazione e sarà accessibile a breve.

Per quanto riguarda l’attività digitale, quali sono i progetti per il futuro?

Molti i progetti in corso. Siamo interessati alle potenzialità offerte dai social network che utilizzano la geolocalizzazione. E poi alle applicazioni per smartphone e per iPAD che accompagnino i visitatori alla scoperta del MAXXI, delle sue collezioni e non solo. Ad esempio l’utilizzo del QRcode e di specifiche applicazioni permetterebbe ai visitatori di scegliere e personalizzare il proprio percorso nel museo e, al tempo stesso, di avere una guida multimediale che gli permetta di interagire con le opere e scoprirne i dettagli.
Stiamo lavorando, inoltre, per mettere a disposizione degli utenti il patrimonio audio e video del museo, raccolto in 10 anni di incontri, con artisti e architetti, curatori e critici, conferenze e convegni anche di respiro internazionale, tramite l’utilizzo di applicazioni per organizzare e riprodurre le nostre raccolte digitali. Presto tutto ciò sarà su iTunesU.

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Se siete appassionati di nuovi media in ambito museale di certo conoscerete già Nina Simon ed il suo blog Museum 2.0: ho citato più volte i suoi post (vedi ad esempio Partecipazione: diversi musei, diversi approcci), perché offrono spesso spunti di discussione estremamente interessanti.

Bene, da qualche giorno è disponibile per l’acquisto il suo ultimo volume: The Participatory Museum.

The Participatory Museum by Nina Simon

Ecco come presenta il progetto l’autrice:

Why did I write this book? Over the past four years, there’s been lots of discussion about the “why” of visitor participation, but in my opinion, we’ve been lacking a good resource on the “how.” The Participatory Museum is an attempt at providing such a resource. I hope it opens up a broader conversation about the nuts and bolts of successful participatory projects.

Per l’abstract e tutta una serie di info sul volume vi consiglio di visitare il website dedicato.

Il libro in versione paperback (388 pagine) costa 25 dollari, mentre la versione digitale 18. Assolutamente da non perdere!

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annefrank.org

Oggi vi segnalo ben 19 case studies che affrontano il tema dei new media applicati ai musei: tutte queste risorse si trovano nella pagina dedicata all’interno del blog Museum Media.

Si va dalla presentazione dei progetti di Museo Picasso 2.0 e Handheld Guide Survey and the AANM fino a Anne Frank virtual museum e MoMA WIFI and Smarthistory.

Vale davvero la pena perdere un po’ di tempo navigando tra queste risorse: ovviamente non tutte sono brillanti ma l’insieme delle esperienze testimonia la vitalità dell’intreccio new media & cultural institutions e le sue ampie possibilità di sviluppo.

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Ho parlato spesso del Powerhouse Museum di Sydney come esempio di istituzione culturale che utilizza i nuovi media in modo utile ed originale.

Ma, evidentemente, questa terra è sensibile alle dinamiche dei social media in ambito culturale: guardate un po’ questa risorsa che ho scoperto pochi giorni fa, girovagando a caccia di qualche news.

Australian Museum: Audience Research Blog

In modo molte veloce (ma ci tornerò sopra sicuramente più avanti) vi segnalo tre dei post più recenti, che possono tornare utili:

In “Museums on Flickr” trovate i link a diversi esempi di utilizzo di questo canale da parte di alcune prestigiose istituzioni: inoltre, nell’ultima risorsa segnalata, sono presenti collegamenti (e download) ad alcuni preziosi documenti.

Un esempio? Potete scaricarvi “The Impact of Social Media on Museum Practice”

Buona lettura!

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