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Posts Tagged ‘device mobili’

Dal momento che tra i regali natalizi è spuntato in maniera del tutto inattesa un bell’iPad2 bianco, mi sembrava doveroso dedicare una segnalazione a come la tavoletta di casa Apple (ovviamente non solo questa) viene utilizzata in ambito museale.
Ecco qua dunque un paper da non perdere per gli addetti ai lavori: “iPads as tools for museum interpretation” di Irene Rubino, una delle contributors dello splendido blog dedicato alle nuove tecnologie in museo dell’Australian Museum.

Il documento non riguarda strettamente le app, ma si concentra molto sull’uso del tablet dentro l’ambiente della mostra o durante le visite guidate: inoltre, il paper di Irene, contiene molti link ai vari progetti realizzati  nei musei di mezzo mondo.
Potete scaricare l’intero documento qui.

Mi ri-tuffo sull’iPad! 🙂

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Il MoMA lancia una nuova applicazione per iPad dedicata alla mostra Abstract Expressionist New York (fino al 25 aprile 2011). A testare la nuova application un social media guru d’eccezione…Judi!

E’ piacevole vedere come un’istituzione del calibro del MoMA affronti il lancio di un’applicazione in modo così informale ed ironico.
Inutile dire la bellezza di video e immagini full screen su un dispositivo simile.

The free MoMA AB EX NY iPad App

www.moma.org/explore/mobile/abexnyapp

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Recentemente ho ricevuto alcune mail che chiedevano delucidazioni sull’utilizzo di device mobili in gallerie e musei, o su applicazioni per iPhone, iPod, iPad, e per dispositivi con Android. 
Non sono certo un tecnico, ma questa corsa al mobile è giustificata dalla crescita spaventosa del traffico web via smartphone, come riporta anche in questi giorni Repubblica:

L’80 per cento delle persone che nei prossimi dieci anni useranno Internet si collegheranno esclusivamente attraverso un dispositivo portatile (Affari&Finanza)

Per quanto riguarda i musei il discorso andrebbe analizzato partendo dalla tipologia di contenuti condivisi in mobilità e dalla loro efettiva accessibilità.
Un altro aspetto interessante da approfondire è quello relativo all’evoluzione delle audioguide, o comunque ai dispositivi di cui il museo è dotato e delle loro prospettive future.

Conoscete qualche realtà museale italiana che sta facendo progetti interessanti in questo senso?

Io vi propongo di seguito alcune delle soluzioni proposte all’ultima conferenza Museums & Web 2010, e vi anticipo l’evento per professionisti museali che si terrà a marzo 2011, Digital Discovery: Mobile Interpretation, Augmented Reality and iPhone Apps.

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StreetMuseum

Le applicazioni Augmented Reality stanno invadendo anche il settore culturale: ne avevamo parlato in occasione dell’applicazione realizzata dal Powerhouse Museum di Sydney (leggi > Augmented Reality: come unire passato e futuro).
Il reale peso informativo di molte soluzioni è tutto da verificare, ma sembra che la strada intrapresa da molte realtà sia quella di sfruttare le nuove tecnologie per unire passato e futuro.

In questa direzione va anche il progetto StreetMuseum di Museum of London. L’applicazione, che sfrutta Google Maps in modo creativo, fa si che mentre siete in giro per le vie della capitale inglese, si apra sul vostro smartphone una sorta di finestra sul passato, visualizzando immagini e fatti storici della location in cui vi trovate. Anche in 3D.

StreetMuseum—an iPhone app from the Museum of London—overlays four hundred years of historic images on today’s city streets.
StreetMuseum makes creative use of Google Maps and geo-tagging to show users how London used to look. You can use it to check out pictures and info about nearby historic locations, which is has more of a straightforward walking tour feel. (museummedia)

Che ne dite?

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Social media e “universo mobile” sono due ambienti in continua evoluzione, soprattutto per quanto riguarda la reciproca contaminazione.

Ho scoperto da poco che esiste una preziosa risorsa che propone approfondimenti, paper, podcast, e altre risorse interessanti per l’ambito museale:

Museummobile

MuseumMobile.info

All’interno della piattaforma è presente anche uno spazio wiki di collaborazione per futuri progetti mobili. I contributors attuali li trovate qui, e sono nomi di tutto rispetto!

It is a free public wiki and continues to grow as a repository for resources, best practice, and conversation about mobile interpretation and technologies for museums and cultural sites.

Una curiosità: sapete chi è a capo del progetto MuseumMobile?

Nancy Proctor, attuale Head of New Media in the Smithsonian American Art Museum.

In precedenza vi avevo già presentato altre figure nell’ambito nuovi media & musei (vedi > Curator of new media).

Ormai mi sono già laureato, ma una tesina che analizzi l’evolversi di queste nuove figure relative ai nuovi media all’interno di musei ed istituzioni culturali sarebbe veramente interessante da realizzare: potrebbe essere un’idea per qualche studente di scienze della comunicazione che legge questo blog.

Da dove iniziare? Intanto leggendo il CV di Nancy, davvero notevole e con un po’ di Italia all’interno.

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Ormai le iPhone app hanno invaso qualsiasi settore: online newspaper, social network, games, ecc.. Ovviamente anche il panorama museale le ha prese in seria considerazione.

In realtà credo sia opportuno, prima di realizzare un’applicazione, ottimizzare la versione del sito museale in mobilità, in modo che sia di facile e pratica visualizzazione per tutti i device di ultima generazione.

Ad ogni modo, chi fosse interessato a vedere concretamente come un museo affronta la “rivoluzione mobile”, vi consiglio di leggere l’esperienza del Walker Art Center di Minneapolis, descritta in due post all’interno del loro tech blog.

Building the Walker’s mobile website with Google AppEngine, part 1

Building the Walker’s mobile site, part 2 — google analytics without javascript

Certo, sono articoli molto tecnici (e infatti io ho incontrato più di un problema) ma, se tra di voi ci sono degli “smanettoni”, credo apprezzeranno.

Per capire meglio cosa intendo per ottimizzazione mobile, potete leggere cosa dice Jim Richardson a riguardo (e soprattutto guardare l’immagine sottostante).

Full site vs Friendly mobile version

Full site Vs Friendly Mobile Version

This mobile friendly website is meant to be a low cost off the shelf solution for the rise in mobile phones for museums, and those accessing the museum via a smart phone would be automatically redirected to the mobile friendly website. You can try the test website out here on an iPhone or smart phone and compare finding information on this to browsing the full museum website on your smaller screen.

Sapendo bene che non si vive di solo Apple (anche se i fake che si trovano sfruttano tutti l’immagine dell’iPhone!), è dunque fondamentale tenere in considerazione la leggibilità mobile su tutti i device.

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La mattina di domenica 3 ottobre mi sono recato al Cinema Apollo per assistere all’incontro “L’Africa in Rete: lo sviluppo arriva dal web” che ha visto protagonisti il giornalista ruandese Olivier Nyirubugara, lo scrittore keniano Binyavanga Wainaina, e la blogger keniana Ory Okolloh: gli ospiti mi incuriosivano molto e infatti l’incontro non ha disatteso le aspettative.

Riccardo Luna, direttore di WIRED Italia, ha condotto una dettagliata discussione insieme ai tre ospiti sull’informatizzazione in Africa tramite web e device mobili: ne è nata una panoramica su progetti, professionalità e voglia di comunicare che ha fatto emergere un “saper fare digitale” africano assai poco noto.

Ory ha parlato della sua esperienza di ushahidi.com, portale di aggregazione di contenuti, confermando che gran parte dello sviluppo tecnico del portale è avvenuto ad opera di giovani tecnici keniani. Molto appassionato è stato l’intervento di Binyavanga Wainaina, creatore del magazine letterario Kwani?, che ha espresso le sue perplessità circa alcune iniziative di informatizzazione dell’Africa “esterne”, non ultima quella di Negroponte del MIT.

Anche Olivier Nyirubugara ha raccontato il suo progetto Voice of Africa, che ospita una sorta di citizen journalism realizzato tramite telefonini.

Ushahidi > platform of crowdsources crisis information

Ushahidi > platform of crowdsources crisis information

Come per tutti gli appuntamenti di Festival Internazionale è poi venuto il momento delle domande del pubblico, e ci tengo a ricordarne una in particolare, per la risposta che ha ricevuto dagli ospiti.

Alla domanda di una ragazza sul perché di così poco spazio dell’attualità africana all’interno dei media europei e su cosa invece dovrebbero fare per averla sempre in agenda, la risposta di Ory è stata decisa:

nulla, non mi aspetto niente dai media occidentali o da qualsiasi altro, perché semplicemente dobbiamo essere noi a comunicare la nostra situazione, siamo noi che dobbiamo creare strumenti e canali per farci sentire, dal momento che in Africa esistono grandissime professionalità da questo punto di vista senza aspettare quello che fanno altri

Grinta da vendere e voglia di fare.

A evento terminato si è aperta la caccia alle interviste, e mettendomi in fila con altri blogger e “tradizionali” giornalisti ho scambiato due battute veloci con il direttore di WIRED Italia, all’interno della sala stampa: è stata l’occasione per chiedergli che ne pensa delle nuove forme di giornalismo, di micro pagamenti, e di una “fantomatica” tavola rotonda con il governo per parlare dell’innovazione italiana…

Potete trovare un mio articolo sul Festival anche qui.

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